mercoledì, 27 giugno 2007

Le reali necessità in ambito software

Diciamoci la verità: quanti di noi hanno delle esigenze tali da dover sfruttare appieno tutte le più recondite funzionalità degli strumenti software che il mercato ci offre?

Secondo me nessuno.

Avete mai pensato a quante funzionalità sono disponibili in prodotti come Microsoft Office, Windows Vista o Adobe Photoshop solo per fare gli esempi più comuni e conosciuti?
A occhio e croce direi che ognuno di questi prodotti offre diverse centinaia di funzionalità e combinazioni infinite fra di esse.
Nel mondo sono milioni e milioni i PC utilizzati da ogni tipo di utente, ma fra questa moltitudine quanti effettivamente sfruttano i software citati in misura tale da ritenere compensata la spesa necessaria al loro acquisto?

Secondo me ben pochi.

A questo punto appaiono in tutta la loro evidenza la logica di mercato da una parte, e la moda dall'altra.
Un classico esempio è quello di un utilizzatore amatoriale di Adobe Photoshop che lo usa solamente per schiarire o scurire qualche foto, o per togliere gli occhi rossi da qualche altra. Ebbene un uso così misero di un prodotto professionale ed eccelso come Photoshop grida vendetta. Photoshop è un prodotto per grafici e fotografi professionisti, non per un uso amatoriale casalingo, quindi anche il prezzo è piuttosto elevato. Tuttavia il prodotto è talmente noto, è talmente di moda, è così "in" dire "ieri ho elaborato le mie foto con Photoshop", che un sacco di gente lo compera senza nemmeno immaginarne lontanamente le vere potenzialità, senza mai arrivare a sfruttarne la millesima parte in tutta la sua vita.

E allora io mi chiedo: perché non usare GIMP? È gratuito e per la stragrande maggioranza degli utenti è già fino troppo potente. È un insulto anche per GIMP usarlo solo per togliere gli occhi rossi, ma se non altro il conto in banca non ne risente.

Un discorso analogo lo si può fare con Microsoft Word, Excel, e compagnia. La maggior parte degli utilizzatori usa Word per scrivere ogni tanto una lettera, al massimo quelli più avanzati arrivano a scrivere una serie di lettere appoggiandosi ad una lista di recapiti separata. Tutto qui. Persino gli scrittori non sfruttano tanto più di un indice, un po' di grassetto e corsivo, qualche variazione di carattere e paragrafi. Anche in questo caso andiamo a spendere un sacco di soldi per essere sempre aggiornati all'ultima suite di MS Office perché gli amici ce l'hanno anche loro, perché è di moda, perché Microsoft dice che è più facile da usare. Nessuno però si rende conto che questi prodotti, cosiddetti da ufficio, hanno funzionalità molto potenti che vanno ben oltre la semplice stesura di un testo, o la semplice compilazione di una griglia con dei valori numerici. Ci sono funzionalità che penso nessuno ha mai scoperto perché nessun utilizzatore normale le richiede. Tutti i prodotti di Office possono fare ben di più presi singolarmente, ma anche interagendo fra loro. Ma quanti fra i milioni di utilizzatori le sfrutta mai tutte queste potenzialità?

E allora io mi chiedo: perché non usare OpenOffice? È gratuito e in quanto a funzionalità sicuramente paragonabile a MS Office. Nessuno riuscirà mai a sfruttare appieno nemmeno le funzionalità di OpenOffice, ma se non altro il conto in banca non ne risente.

Per ultimo lascio l'esempio del sistema operativo. Cito Windows Vista, ma il discorso è analogo per tutti. Un sistema operativo ci permette di interagire nel modo più confortevole possibile con il nostro PC, e fa in modo che tutte le periferiche connesse funzionino correttamente. Questo è quanto il normale utente percepisce. Si accende il PC ed ecco che il sistema operativo ne prende immediatamente il controllo presentandoci la nostra amata interfaccia grafica. In realtà un sistema operativo esegue molto lavoro nascosto che non vediamo mai a meno che non andiamo appositamente ad indagare dietro le quinte. Oltre a questo lavoro oscuro, ma indispensabile, ci sono molte, moltissime funzionalità che non vengono mai o poco sfruttate dal normale utilizzatore. La maggior parte usa il sistema operativo come mezzo per eseguire i programmi che gli servono (Office, Photoshop, ecc.), e niente altro. Qualcuno in più si preoccupa di gestire un firewall e un antivirus, ma oltre a ciò poco o nulla. Chi non è un professionista del ramo usa coscientemente una minima parte delle funzionalità di un sistema operativo.

E allora io mi chiedo: perché non usare una distribuzione GNU/Linux? È spesso gratuita e in quanto a funzionalità non ha proprio nulla da invidiare ai sistemi proprietari a pagamento, anzi, come ben sappiamo noi, Linux è decisamente migliore.


Ecco quindi il senso del titolo di questo post: togliamo l'effetto mercato e l'effetto moda, cosa resta? Per la maggior parte dei fruitori di prodotti informatici ben poche e basilari esigenze. Tutti i prodotti disponibili oggi, sia commerciali, che free, vanno ormai ben oltre. Parallelamente anche l'hardware deve essere sempre più potente per supportare questi divoratori di risorse. Il cerchio ora si chiude, ed è per questo che invito tutti a riflettere sulle proprie scelte. Se continuiamo pedestremente a seguire le sirene del mercato non ne usciamo più, e le nostre finanze famigliari continueranno a piangere. Passare all'alternativa free e open source invece ci permette di risparmiare un sacco di soldi pur non rinunciando a nessuna delle funzionalità che realmente usiamo.

Meditate gente, meditate. Ubuntu è a portata di un click.

martedì, 26 giugno 2007

BLENDER: bibliografia essenziale

Mi sembra il momento giusto di pubblicare una piccola bibliografia dei testi e dei riferimenti in rete che ho usato, sto usando, e userò per continuare il mio lentissimo studio autodidattico di questo magnifico prodotto software open source che si chiama Blender.


Libri pubblicati dalla fondazione Blender
  • Guida Blender 2.3. Si tratta di un libro ormai vecchio rispetto all'attuale versione di Blender, ma i concetti fondamentali sono sempre validi. Ritengo possa essere un buon punto di partenza per rompere il ghiaccio.
  • Blender Essential. Nuovissima pubblicazione, fresca di stampa, che dovrebbe essere solo la prima di una serie che tratta tutti gli aspetti e le funzionalità delle versioni più recenti. Specificatamente questo libro è basato proprio sull'ultima versione 2.44.
nota: Progetti open source di ampio respiro come Blender non vivono di solo volontariato. Per poter progredire in modo adeguato hanno bisogno di fondi. Con le sue pubblicazioni la Blender Foundation raggiunge due scopi: spiegare Blender a chi vuole usarlo, e creare un'entrata economica con le vendite. Ricordatevi quindi che se acquistate questi libri nello stesso tempo aiutate anche Blender a crescere.



Libri pubblicati da autori non direttamente legati alla fondazione Blender
  • Introducing Character Animation with Blender. Si tratta di un libro molto interessante e dedicato specificatamente alla creazione di animazioni con Blender. È basato sulla versione 2.43, quindi molto recente. L'autore è Tony Mullen che ha delle ottime qualità didattiche e sa spiegare in modo chiaro e comprensibile.
  • Bounce, Tumble, and Splash! Simulating the Physical World with Blender 3D. Questo è il titolo provvisorio di un libro non ancora scritto. Si tratta del nuovo progetto dello stesso Tony Mullen del libro precedente che questa volta si concentra sulle simulazioni fisiche del mondo reale con Blender. L'autore stima di poter concludere la stesura del testo per l'autunno di quest'anno. Staremo a vedere. Se la qualità è la stessa del primo libro, non c'è dubbio che sarà un acquisto da fare.
  • La 3D libre avec Blender. Questo testo francese è pure molto ben scritto e si prefigge lo scopo di presentare Blender nella sua globalità (modellazione, animazione, illuminazione, materiali, rendering, ecc.), basandosi sulla versione 2.42.


Altre risorse in rete
  • BlenderWiki. Questa ovviamente è la risorsa regina perché in rete e in aggiornamento costante. Qui si trova la documentazione ufficiale del manuale che viene sempre aggiornata man mano che vengono rilasciate nuove versioni di Blender. Inoltre ci sono dei tutorial tematici scritti da utenti esperti. Infine ci sono anche tutti i documenti di coloro che hanno collaborato allo sviluppo di particolari funzionalità di Blender nell'ambito dei GSoC (Google Summer of Code).
  • BlenderArtistsForums. Qui si trova il forum principale degli utenti di Blender. Chiunque qui può trovare risposta alle sue domande, oppure può partecipare attivamente aiutando gli altri. Qui come in qualsiasi forum si trovano utenti esperti e utenti in difficoltà. Ogni domanda è lecita, basta sempre attenersi alla buona educazione e al rispetto per gli altri.
Oltre a quanto da me esposto sopra ci sono altre risorse interessanti soprattutto in rete. Basta avviare una ricerca con Google e si trovano centinaia di siti con tutorial e spiegazioni di tutti i tipi e per tutti i livelli di capacità.

martedì, 5 giugno 2007

Ubuntu e la trasparenza degli upgrade

Sono oramai passati 3 anni dalla nascita di Ubuntu (2004 - 2007) e sono passati anche diversi upgrade da una versione all'altra. A questo proposito non bisogna nascondere che finora un'installazione nuova è sempre stata la soluzione migliore rispetto all'aggiornamento. Parecchi problemi riscontrati nelle varie versioni dopo l'aggiornamento sono stati risolti da un'installazione pulita da zero. Qualche esempio capitato a me?
  • da quando il file delle unità disco fstab è passato alla gestione UUID la mia swap non si è più montata al boot. Su uno dei laptop ho fatto una nuova installazione e tutto è a posto, sull'altro ho dovuto fare un intervento manuale per reimpostare la swap alla vecchia maniera.
  • i suoni audio di sistema su uno dei portatili, il Dell, dopo uno degli upgrade sono spariti completamente. Non c'è stato niente da fare. Solo i suoni dei vari applicativi (Audacity, Totem, ecc.) si sentivano ancora regolarmente, ma quelli di sistema no. La soluzione è stata un'installazione da zero.
  • Dopo l'ultimo aggiornamento a Feisty sul laptop Compaq HP quando richiedo le proprietà di un file da Nautilus, quest'ultimo si blocca e devo forzarne l'uscita. E questo solo dopo il boot del PC, perché dopo il riavvio di Nautilus tutto funziona perfettamente. Sull'altro portatile, il Dell, ho fatto una nuova installazione e lì il problema non c'è.
D'accordo non si tratta di problemoni insormontabili, ma comunque ci sono stati e la soluzione è sempre stata una nuova installazione pulita. Per chi non è convinto basta fare un giretto nei vari forum della comunità e leggere le tonnellate di post da parte di chi ha avuto problemi ben maggiori dei miei e per i quali l'unica soluzione è stata una nuova installazione. C'è addirittura chi suggerisce che ogni 3-4 versioni (2 anni), bisognerebbe comunque fare una nuova installazione per ritornare ad avere una macchina pulita.
Devo dire tuttavia che con Feisty i problemi sono stati davvero minimi, quasi inesistenti, e qualcosa mi dice che dalla prossima versione Gutsy potrebbero anche sparire completamente.
Il mio personale consiglio a questo punto potrebbe essere quello di effettuare un'installazione da zero con Feisty aspettando Gutsy con una macchina bella pulita, oppure addirittura aspettare Gutsy per rifare l'installazione in modo da partire con una macchina ben installata e una versione finalmente stabile da questo punto di vista.
Questo post potrebbe sembrare controproducente per chi, come me, è un sostenitore di Linux e della sua tanto decantata stabilità. Le frasi più ricorrenti sono del tipo: vedrai con Linux niente più crash, lo installi e per anni funziona sempre senza interventi, ecc., ecc.
Tutto vero sicuramente per quanto riguarda i server. Per i desktop il discorso è a tutt'oggi un po' diverso. Non scordiamoci che fino a pochi anni fa Linux era riserva per ragazzacci un po' fuori che facevano tutto da linea di comando e ne erano orgogliosi. Ora, soprattutto grazie all'avvento di Ubuntu, è scoppiata definitivamente la mania, la moda, la consapevolezza del desktop alternativo gratuito o comunque a basso costo. In pochissimi anni Linux ha voluto colmare il gap con i concorrenti storici, Apple e Windows, e addirittura ora con Compiz li vuole superare alla grande. Questa prodigiosa metamorfosi però ha un prezzo. Ci sono ancora delle lacune di stabilità da colmare. Non nella proverbiale stabilità di GNU/Linux in quanto tale, ma nelle operazioni di manutenzione necessarie nel tempo.
Solo quando un aggiornamento riuscirà ad essere completamente trasparente, cioè quando tutto ciò che funzionava prima continua a funzionare, e ciò che non funzionava inizia a funzionare, allora potremo dire di possedere un vero concorrente sul mercato dei desktop.
Fino a quel giorno non dovremo meravigliarci se un normale utente non tecnico si scoraggia e torna a Windows davanti alla prospettiva di dover reinstallare il proprio sistema come unica via d'uscita.