sabato, 7 maggio 2011

L'abitudine è una brutta bestia

È passata una settimana dal rilascio dell'ultima versione di Ubuntu, la 11.04 Natty Narwhal, e l'aspetto più evidente che traspare è la netta divisione fra chi "ama" la nuova interfaccia e chi la "odia". Ovviamente esistono delle sfumature intermedie, ma non c'è forum o blog nel quale non si trovino commenti nettamente contrastanti. Persino nel mio modestissimo canale YouTube seguito da poche persone e dedicato principalmente ad Ubuntu, è giunto un "Unity  fa schifo". Figuriamoci cosa si può leggere sui siti più popolari!

Tanto per chiarire dall'inizio: questo non è l'ennesimo articolo che presenta pregi e difetti di Unity, ce ne sono a tonnellate in rete, ma voglio soffermarmi sugli aspetti più negativi della "campagna contro" e cercare di capire perché si sia creato così tanto apparente astio attorno a Canonical e Ubuntu. In fin dei conti uno dei pregi del nostro mondo libero (del libero software intendo), sta nel fatto che basterebbe ignorare ciò che non è di nostro gradimento e guardare altrove. E allora perché ogni individuo che non condivide si deve presentare su ogni forum, blog, video blog, giornale, ed esprimere aspramente il suo dissenso?



Ovviamente accetto ogni opinione democraticamente, e ci mancherebbe altro, ma c'è comunque una differenza fra dire "a me fa schifo" e fermarsi lì, e invece proseguire insultando il lavoro di Canonical, il suo padre e padrone, ecc. Ogni opera umana positiva è degna di rispetto, Unity compresa. Non credo proprio che sviluppatori e disegnatori di Canonical siano di qualità inferiore a quelli di Gnome o KDE e quindi non vedo perché siano meritevoli di maggiori attenzioni negative di altri. Purtroppo i commenti estremamente negativi, vicino all'insulto bello e buono, non sono mai accompagnati da controproposte. Criticare per criticare sono capaci tutti, ma dove sta la proposta migliore se Unity non va bene? Dove stanno tutti i Designer e i geniali sviluppatori capaci di fare meglio? Mi sembra la stessa situazione del mondo del calcio dove ci sono milioni di allenatori, tutti capaci di criticare, ma è facile farlo al tavolino del bar.
E allora? E allora io dico che Unity mi piace e mi piacerà ancora di più man mano che maturerà su queste solide basi. Dico che si vede chiaramente che dietro Unity ci sta uno studio, che nulla è fatto a caso. Poi nel tempo alcune impostazioni attuali potrebbero morire in favore di altre che hanno più successo, ma questo capita sempre in tutti i sistemi complessi. Dico che un'interfaccia grafica è un sistema molto complesso e mettere in piedi un sistema decente e usabile in sei mesi o poco più è un lavoro eccezionale e applaudo tutta quanta Canonical per lo sforzo profuso. Dico che Canonical con Unity ha vinto la sua prima scommessa ed è solo l'inizio. 
Ecco, adesso i lettori occasionali di questo blog (almeno spero che ce ne siano), possono anche sfogarsi nei commenti se lo desiderano. Non li cancellerò a meno che non oltrepassino la misura della decenza :-) .

Passando allo scopo primario del mio articolo direi che a mio parere entrano in gioco vari aspetti per giustificare questa situazione: paura del nuovo in contrapposizione all'abitudine, paura del successo di Canonical, scarsa comprensione degli obiettivi di Canonical. 

Partiamo dall'abitudine
L'essere umano è tendenzialmente abitudinario. L'abitudine crea sicurezza, a volte falsa, ma la crea: le cose sono sempre funzionate così e se continuano così io non mi preoccupo e mi sento "a casa".
Al contrario il cambiamento spaventa, disorienta, crea panico. Ad un tratto il progetto Gnome decide che è ora di rinnovare e con Gnome3 cambia tutto. Addio buon vecchio Gnome2. Come se non bastasse, succede che Canonical "litiga" con il progetto Gnome e decide di rinnovare anch'essa, ma seguendo una strada sua. Ecco che è avvenuto il cambiamento, ecco che non trovo più sotto i piedi il solido terreno sul quale ero abituato ad appoggiarmi. Cosa farò domani? Ecco che arrivano le dure critiche dovute al panico che non permette nemmeno di dare una possibilità a Unity. Unity è diversa, quindi non la guardo nemmeno, so già che non mi piacerà perché non potrò più interagire come facevo prima. Prima era molto più efficiente, ora non riesco più a fare nulla.
Poi però si leggono i commenti di quelli più intraprendenti e coraggiosi che hanno dato una possibilità a Unity. L'hanno installata e provata per qualche tempo, senza preconcetti. Ed ecco che magicamente viene riferito che "dopo tutto non è male. Basta farci l'abitudine e ora non ne potrei fare a meno", oppure "tornare a Gnome2 dopo un po' di Unity è come tornare al paleolitico", e via così. 
Insomma avrete capito cosa voglio dire: sicuramente una parte delle reazioni negative è dovuta all'abitudine che a volte è davvero una brutta bestia. Chiedetelo al progetto KDE quando ha vissuto il passaggio dal ramo 3.x al nuovo 4.x.

Paura del successo di Canonical
Piaccia o non piaccia Canonical ha successo. Insomma non è un'opinione, ma un dato di fatto. Se ne parla sia in bene che in male, quindi se ne parla, quindi ha raggiunto una certa notorietà, quindi ha avuto successo. Progetti e/o distribuzioni presenti da anni, ben prima di Canonical, si sono visti superati a gran velocità da questa giovane e vivace società. 
La maggior parte dei siti che offrono prodotti software anche per Linux, presentano un link di scaricamento per Ubuntu e poi per gli altri. Una versione di Virtualbox è stata rilasciata velocemente per correggere i problemi di compatibilità con Ubuntu 11.04 specificatamente, mentre Gnome3 non funziona ancora adesso. Qualsiasi pacchetto software lo si trova già pronto e compilato per Ubuntu, mentre non è così scontato che lo sia per altre distribuzioni. 
Capisco che questa "invadenza" ormai radicata possa dare fastidio a qualcuno. Ma è forse una colpa se Canonical è nata con basi finanziarie garantite dal suo fondatore? È forse colpa di Canonical se è riuscita laddove altri hanno fallito, cioè nel darsi un obiettivo preciso e nel perseguirlo con coerenza? È forse una colpa costruire attorno a sé una comunità di persone gentili e disponibili che non spaventano il nuovo arrivato? 
Io dico di no, anzi sono alcuni fra i meriti di Canonical. Come meriti suoi sono anche l'apertura verso gli sviluppatori, l'organizzazione aziendale professionale che trasmette fiducia a chi vuole diventarne cliente, il costante confronto con gli utenti finali (vedi i test fatti nell'uso di Unity durante lo sviluppo). 
Io non lavoro per Canonical, ma uso i suoi prodotti dalla prima versione e pur non essendo un fan cieco e acritico, non posso lamentarmi di quanto ricevuto, e ad un prezzo così ragionevole poi. 
Se una parte delle critiche negative giungono a Unity e Canonical per motivi più emozionali che non quelli puramente tecnici (leggi invidia), non è un problema di Canonical, ma solo di coloro che si rodono il fegato. Lo so che negheranno sempre, ma a me pare proprio così.

Scarsa comprensione degli obiettivi di Canonical
L'obiettivo di Canonical, sin dal suo primo vagito, è stato quello di portare Linux alle masse. Questo era e questo rimane l'obiettivo dichiarato. Che Unity allo stato attuale abbia qualche pecca di gioventù è Canonical stessa ad ammetterlo (vedi qui:  http://www.omgubuntu.co.uk/2011/05/mark-shuttleworth-talks-windicators-changes-for-unity-in-oneiric-and-whole-lot-more/), ma questo non significa che non sia sulla strada giusta. Di conseguenza è perfettamente inutile che utenti "avanzati" critichino la qualità di Ubuntu a loro dire scarsa rispetto a distribuzioni, sempre a loro dire, serie come Arch o simili. Stiamo parlando di cose diverse. Non metto in dubbio che Arch sia una goduria per chi vuole smanettare file di configurazione, compilare dai sorgenti, e più ne ha più ne metta. Ma Linux è al 2% del mercato anche per questo. Persone tecnicamente validissime non sono per forza valide nel marketing, e non riescono a capire che la nonna, la casalinga, l'avvocato, il medico, non vogliono e non possono compilare o modificare i parametri di sistema con l'editor vim. Canonical e Ubuntu cercano di colmare questa lacuna. La radicata convinzione che Linux è difficile e solo per tecnici non è stata creata negli anni da Canonical, ma da tutti coloro che ancora oggi la criticano ferocemente perché a loro dire tradisce il vero Linux, rendendolo troppo alla portata di tutti. Se Canonical è il nemico perché vuole aumentare la massa di utenti di Linux, allora ditemi voi cosa volete, se poi nello stesso tempo vi lamentate perché la gente continua ad usare sistemi di peggiore qualità come Windows perché "funzionano".

Conclusione 
I gusti non si discutono per definizione. È una questione di pancia. Tolte le voci critiche che ricadono nelle categorie precedenti, se Unity non piace, non piace, punto e basta. E non è nemmeno un obbligo farsela piacere, ci mancherebbe. Però se qualcosa non mi piace lo dico semplicemente, e non mi dilungo nel denigrare il lavoro altrui. Ti piace Unity? Usala. Ti piace Windows? Usalo. Ti piace Mac OS-X? Usalo. Ti piace KDE? Usalo. E avanti così.

 E per finire un paio di link dal blog di Pollycoke che trovo utili e significativi. Il primo è un'analisi equilibrata di Unity, il secondo una bella intervista a tre sviluppatori italiani che lavorano nel progetto Unity. Buona lettura e alla prossima.

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