Tanto per chiarire dall'inizio: questo non è l'ennesimo articolo che presenta pregi e difetti di Unity, ce ne sono a tonnellate in rete, ma voglio soffermarmi sugli aspetti più negativi della "campagna contro" e cercare di capire perché si sia creato così tanto apparente astio attorno a Canonical e Ubuntu. In fin dei conti uno dei pregi del nostro mondo libero (del libero software intendo), sta nel fatto che basterebbe ignorare ciò che non è di nostro gradimento e guardare altrove. E allora perché ogni individuo che non condivide si deve presentare su ogni forum, blog, video blog, giornale, ed esprimere aspramente il suo dissenso?
Ovviamente accetto ogni opinione democraticamente, e ci mancherebbe altro, ma c'è comunque una differenza fra dire "a me fa schifo" e fermarsi lì, e invece proseguire insultando il lavoro di Canonical, il suo padre e padrone, ecc. Ogni opera umana positiva è degna di rispetto, Unity compresa. Non credo proprio che sviluppatori e disegnatori di Canonical siano di qualità inferiore a quelli di Gnome o KDE e quindi non vedo perché siano meritevoli di maggiori attenzioni negative di altri. Purtroppo i commenti estremamente negativi, vicino all'insulto bello e buono, non sono mai accompagnati da controproposte. Criticare per criticare sono capaci tutti, ma dove sta la proposta migliore se Unity non va bene? Dove stanno tutti i Designer e i geniali sviluppatori capaci di fare meglio? Mi sembra la stessa situazione del mondo del calcio dove ci sono milioni di allenatori, tutti capaci di criticare, ma è facile farlo al tavolino del bar.
E allora? E allora io dico che Unity mi piace e mi piacerà ancora di più man mano che maturerà su queste solide basi. Dico che si vede chiaramente che dietro Unity ci sta uno studio, che nulla è fatto a caso. Poi nel tempo alcune impostazioni attuali potrebbero morire in favore di altre che hanno più successo, ma questo capita sempre in tutti i sistemi complessi. Dico che un'interfaccia grafica è un sistema molto complesso e mettere in piedi un sistema decente e usabile in sei mesi o poco più è un lavoro eccezionale e applaudo tutta quanta Canonical per lo sforzo profuso. Dico che Canonical con Unity ha vinto la sua prima scommessa ed è solo l'inizio.
Ecco, adesso i lettori occasionali di questo blog (almeno spero che ce ne siano), possono anche sfogarsi nei commenti se lo desiderano. Non li cancellerò a meno che non oltrepassino la misura della decenza :-) .
Passando allo scopo primario del mio articolo direi che a mio parere entrano in gioco vari aspetti per giustificare questa situazione: paura del nuovo in contrapposizione all'abitudine, paura del successo di Canonical, scarsa comprensione degli obiettivi di Canonical.
Partiamo dall'abitudine
L'essere umano è tendenzialmente abitudinario. L'abitudine crea sicurezza, a volte falsa, ma la crea: le cose sono sempre funzionate così e se continuano così io non mi preoccupo e mi sento "a casa".
Al contrario il cambiamento spaventa, disorienta, crea panico. Ad un tratto il progetto Gnome decide che è ora di rinnovare e con Gnome3 cambia tutto. Addio buon vecchio Gnome2. Come se non bastasse, succede che Canonical "litiga" con il progetto Gnome e decide di rinnovare anch'essa, ma seguendo una strada sua. Ecco che è avvenuto il cambiamento, ecco che non trovo più sotto i piedi il solido terreno sul quale ero abituato ad appoggiarmi. Cosa farò domani? Ecco che arrivano le dure critiche dovute al panico che non permette nemmeno di dare una possibilità a Unity. Unity è diversa, quindi non la guardo nemmeno, so già che non mi piacerà perché non potrò più interagire come facevo prima. Prima era molto più efficiente, ora non riesco più a fare nulla.
Poi però si leggono i commenti di quelli più intraprendenti e coraggiosi che hanno dato una possibilità a Unity. L'hanno installata e provata per qualche tempo, senza preconcetti. Ed ecco che magicamente viene riferito che "dopo tutto non è male. Basta farci l'abitudine e ora non ne potrei fare a meno", oppure "tornare a Gnome2 dopo un po' di Unity è come tornare al paleolitico", e via così.
Insomma avrete capito cosa voglio dire: sicuramente una parte delle reazioni negative è dovuta all'abitudine che a volte è davvero una brutta bestia. Chiedetelo al progetto KDE quando ha vissuto il passaggio dal ramo 3.x al nuovo 4.x.
Paura del successo di Canonical
Piaccia o non piaccia Canonical ha successo. Insomma non è un'opinione, ma un dato di fatto. Se ne parla sia in bene che in male, quindi se ne parla, quindi ha raggiunto una certa notorietà, quindi ha avuto successo. Progetti e/o distribuzioni presenti da anni, ben prima di Canonical, si sono visti superati a gran velocità da questa giovane e vivace società.
La maggior parte dei siti che offrono prodotti software anche per Linux, presentano un link di scaricamento per Ubuntu e poi per gli altri. Una versione di Virtualbox è stata rilasciata velocemente per correggere i problemi di compatibilità con Ubuntu 11.04 specificatamente, mentre Gnome3 non funziona ancora adesso. Qualsiasi pacchetto software lo si trova già pronto e compilato per Ubuntu, mentre non è così scontato che lo sia per altre distribuzioni.
Capisco che questa "invadenza" ormai radicata possa dare fastidio a qualcuno. Ma è forse una colpa se Canonical è nata con basi finanziarie garantite dal suo fondatore? È forse colpa di Canonical se è riuscita laddove altri hanno fallito, cioè nel darsi un obiettivo preciso e nel perseguirlo con coerenza? È forse una colpa costruire attorno a sé una comunità di persone gentili e disponibili che non spaventano il nuovo arrivato?
Io dico di no, anzi sono alcuni fra i meriti di Canonical. Come meriti suoi sono anche l'apertura verso gli sviluppatori, l'organizzazione aziendale professionale che trasmette fiducia a chi vuole diventarne cliente, il costante confronto con gli utenti finali (vedi i test fatti nell'uso di Unity durante lo sviluppo).
Io non lavoro per Canonical, ma uso i suoi prodotti dalla prima versione e pur non essendo un fan cieco e acritico, non posso lamentarmi di quanto ricevuto, e ad un prezzo così ragionevole poi.
Se una parte delle critiche negative giungono a Unity e Canonical per motivi più emozionali che non quelli puramente tecnici (leggi invidia), non è un problema di Canonical, ma solo di coloro che si rodono il fegato. Lo so che negheranno sempre, ma a me pare proprio così.
Scarsa comprensione degli obiettivi di Canonical
L'obiettivo di Canonical, sin dal suo primo vagito, è stato quello di portare Linux alle masse. Questo era e questo rimane l'obiettivo dichiarato. Che Unity allo stato attuale abbia qualche pecca di gioventù è Canonical stessa ad ammetterlo (vedi qui: http://www.omgubuntu.co.uk/Conclusione
I gusti non si discutono per definizione. È una questione di pancia. Tolte le voci critiche che ricadono nelle categorie precedenti, se Unity non piace, non piace, punto e basta. E non è nemmeno un obbligo farsela piacere, ci mancherebbe. Però se qualcosa non mi piace lo dico semplicemente, e non mi dilungo nel denigrare il lavoro altrui. Ti piace Unity? Usala. Ti piace Windows? Usalo. Ti piace Mac OS-X? Usalo. Ti piace KDE? Usalo. E avanti così.
E per finire un paio di link dal blog di Pollycoke che trovo utili e significativi. Il primo è un'analisi equilibrata di Unity, il secondo una bella intervista a tre sviluppatori italiani che lavorano nel progetto Unity. Buona lettura e alla prossima.
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