sabato, 17 febbraio 2007

Da oggi sono il primo contatto per la Svizzera italiana nel wiki SwissTeam di Ubuntu

Prima o poi doveva succedere.
Da un po' di tempo sta prendendo piede e si sta formando un sempre più folto gruppo di utilizzatori Ubuntu anche in Svizzera. A questo indirizzo Ubuntu Swiss Users si possono visualizzare tutti i componenti, fra i quali ovviamente ci sono anch'io. Qui si può anche leggere come iscriversi al gruppo e anche alla relativa mailing list.
In Svizzera siamo in 7 milioni di abitanti, quindi piuttosto pochi rispetto ai paesi confinanti dove si parlano le nostre lingue nazionali maggiori (Italia, Francia, Germania). Per questo da noi è abitudine fare capo ai rispettivi siti principali italiano, francese e tedesco per ottenere informazioni, news, leggere e scrivere nei forum, e accedere ai wiki. In Svizzera non c'è abbastanza massa critica per tenere vivi questi servizi, mentre integrandosi in quelli dei paesi confinanti possiamo partecipare e contribuire benissimo.
Ciò non toglie che adagio adagio anche da noi ci si sta organizzando e, soprattutto grazie alle maggiori popolazioni della svizzera tedesca e romanda, ecco che è nato il wiki svizzero sul quale sono elencate le persone di contatto per ottenere i CD di Ubuntu, supporto, organizzare riunioni, ecc.
Anch'io ho trovato giusto mettere a disposizione di altri l'esperienza che ho accumulato dal 2004 ad oggi usando solo Ubuntu, e ho deciso di mettere il mio nome nell'elenco dei contatti del wiki. Sono il primo per la regione della svizzera italiana, ma sono sicuro che già parecchi altri svizzeri italiani (ticinesi e valli del grigione italiano), usano Ubuntu. Per ora non ci conosciamo, ma spero che grazie alla pubblicazione del mio contatto prima o poi possiamo riunirci tutti nell'Ubuntu Swiss Users Group.
Il link al wiki svizzero è questo.

A presto e benvenuto a chiunque voglia salire sul treno vincente! Ubuntu ovviamente.

sabato, 3 febbraio 2007

Nautilus: doppio clic o singolo clic?

Forse la decisione di usare o meno il singolo clic nel mio Gnome sta tutta nel volere o meno maggiore coerenza nel desktop. Dopo secoli di doppi clic in ambiente Windows, ora finalmente posso scegliere. Togliere il doppio clic comporta qualche abitudine radicata da cambiare, qualche programma avviato involontariamente, ma poi c'è la soddisfazione di dover usare il mouse con la metà dei clic e di essere più coerenti con altre parti dell'ambiente che già usano il singolo clic da tempo. Eccone alcuni esempi:
  • far partire i programmi con le icone sui pannelli di Gnome
  • navigare nei menu di Gnome
  • visualizzare/nascondere le finestre di Gaim, Rhythmbox, Liferea, ecc.
  • visualizzare il calendario legato a Evolution nel pannello di Gnome
  • visualizzare il desktop, cambiare di desktop, cambiare programma
  • aprire il cestino
  • navigare in Internet usando i link
  • molte cose all'interno dei singoli applicativi si fanno con un solo clic
Come si può vedere sembra proprio che il solo Nautilus faccia eccezione. Ecco perché ho deciso di avviare un periodo di prova attivando il singolo clic nelle preferenze di Nautilus nella scheda Comportamento. Vedremo se riuscirò ad abituarmici, e se alla fine lo adotterò definitivamente.

Paesi dove hanno avuto origine i progetti Free Open Source

Siamo talmente abituati al dominio di case produttrici americane come Microsoft o Apple che abbiamo forse la tendenza a credere , o meglio la sensazione, che l'informatica di largo consumo sia una cosa esclusivamente nord americana. In altre parole: senza USA, niente software per PC.

Guardandosi un attimo attorno però ci accorgiamo che non è proprio così vero. Anzi è decisamente falso almeno per quanto riguarda il nostro amato mondo free open source.

Ecco un elenco di progetti con accanto il paese di chi ne ha dato l'inizio (Europa, USA, altri) per rendersi conto che il free e open source è anche molto europeo.

  • Blender (Olanda)
  • StarOffice (OpenOffice) (Germania)
  • Gimp (USA)
  • Gnome (Messico)
  • KDE (Germania)
  • Suse (Germania)
  • Kernel linux (Finlandia)
  • Xen (Inghilterra)
  • OpenSolaris (USA)
  • Ubuntu (ideatore dal Sud Africa, azienda promotrice, Canonical, in Europa - Londra)
  • Red Hat (USA)
  • GStreamer (USA)
  • File Roller (Italia)
  • VLC multimedia player (Francia)
  • Evolution (USA)
I paesi che ho indicato sono le nazionalità dei fondatori dei progetti, ma ovviamente oggi non è più possibile distinguere un vero e proprio paese d'appartenenza di un singolo progetto free open source di successo. E questo perché per sua natura ognuno di questi progetti richiama l'aiuto di sviluppatori da tutto il mondo. Gli splendidi prodotti che possiamo usare oggi sono il risultato di uno sforzo globale nel vero senso della parola.

Già che ci sono invito chiunque abbia altri progetti con i paesi di origine a volermeli segnalare mediante i commenti in modo che possa completare sempre più questa curiosa lista. Grazie.



Visto che la situazione mondiale del software free e open source è decisamente più equilibrata di quello che si potrebbe pensare?

Un compito, un applicativo

Lo ammetto: su questo aspetto sono forse un po' paranoico, ma il titolo di questo post rispecchia pienamente il mio modo di gestire il mio PC. Quando ho individuato il software che meglio si addice alle mie esigenze per un determinato compito, lo installo e rimane l'unico presente.
Tanto per fare un esempio, per navigare nella rete uso Epiphany, e già mi dà fastidio che per questioni di dipendenze fra pacchetti mi devo tenere anche Firefox. Spero che un giorno o l'altro Ubuntu permetta di disinstallare Firefox se uno vuole. Invece ora è proprio il contrario. Posso avere Firefox con Epiphany non installato. Mi chiedo perché, visto che Epiphany è coerente con l'interfaccia di Gnome e Firefox fa solo del suo meglio per andare d'accordo con tutti.

Questo è anche uno dei motivi per cui ho enormemente apprezzato la venuta al mondo di Ubuntu. Le altre distribuzioni che ho provato prima (tipo SuSE, Xandros, Linspire, Mandriva), avevano tutte a disposizione da uno a più CD o addirittura DVD pieni zeppi di programmi. Inutile dire che c'erano magari 10 editor di testi diversi, 5 strumenti di scrittura per CD, ecc. Oltretutto tutti facevano pubblicità alla loro distribuzione puntando proprio sulla grande quantità di software fornito.
Ognuno può pensarla come vuole, ma a me non è mai piaciuto trovarmi un sistema installato con più strumenti per fare lo stesso lavoro. Se sei un utente nuovo o inesperto non sai mai cosa scegliere, o hai paura di usare il programma sbagliato. Se sei un utente esperto, una volta scelti i programmi, ti tocca lavorare per fare pulizia.
Insomma il motto "un compito, un programma" per me è sacro. Ubuntu in questo ambito è stata una vera manna dal cielo. Proprio fra i suoi obiettivi sta questo motto: quando si installa Ubuntu ci si ritrova con un solo editor di testo, un solo browser (Firefox), un solo client di posta, un solo lettore musicale, un solo lettore multimediale, ecc.

Ancora una volta, come già per la preferenza di Gnome su KDE, questa scelta di vita permette secondo me di favorire la produttività dell'utente che può concentrarsi sul suo lavoro sapendo che gli basta scegliere IL suo strumento di lavoro e partire.

Perché preferisco Gnome a KDE

PREMESSA IMPORTANTISSIMA: non voglio qui aprire un'altra delle solite sterili infinite discussioni, anche accese, su quale sia l'ambiente desktop migliore fra Gnome e KDE.
Uno: proprio non mi interessa.

Due: ne ho francamente piene le scatole di queste discussioni che non portano a nulla.


Tanto ognuno resterà sempre convinto delle proprie idee. Chi passa da Gnome a KDE e viceversa ha pure i propri motivi, e di solito va a finire che diventa il più acceso sostenitore del prodotto che ha scelto proprio per giustificare la scelta stessa.

In questo post voglio solo spiegare perché fino ad oggi, 3 febbraio 2007, ho sempre preferito Gnome a KDE. Questione di gusti e preferenze mie, non di discussioni o confronto con altri. Chi ha visto il film Matrix capirà al volo la prossima battuta:
pillola rossa e vedi il mondo vero, pillola blu e continui in quello che hai sempre creduto il vero mondo.

Per coloro che non hanno mai visto Matrix mi spiego: pillola rossa uguale a Gnome, pillola blu uguale KDE. Allo stato attuale è così senza discussioni. Pare che KDE4 possa migliorare qualcosa sotto diversi aspetti, ma l'interfaccia stile cartone animato rimane pur sempre tale e a me proprio non va giù.
Molti fedeli di KDE dicono che ha funzionalità irrinunciabili che altrove non hanno. Alcuni dicono che il loro sogno sarebbe un'interfaccia Gnome con le funzionalità di KDE. Ebbene io chiedo a questi colleghi di farmi una buona volta un bell'elenco delle funzionalità che esistono solo in KDE e che mancherebbero altrove.
Aspetto con curiosità.

Nel frattempo rimango nel mio caldo nido del piedone di gnomo. Non lo si dice abbastanza, ma le più diffuse distribuzioni si appoggiano quasi sempre su Gnome, oppure danno la scelta fra Gnome e KDE. Sono in minoranza le distribuzioni che si appoggiano esclusivamente su KDE. Quando nel mondo Ubuntu si accenna all'idea di far partire un nuovo progetto derivato dalla distribuzione di base, ecco che immediatamente parte un sondaggio fra gli utenti per sapere quale ambiente desktop deve essere usato. Immancabilmente Gnome vince di gran lunga. Non scordiamo poi che Ubuntu stessa è partita nel 2004 come distribuzione esclusivamente Gnome, e solo più tardi, visto l'enorme successo, si sono agganciate altre versioni con KDE e XFCE. Ubuntu è difatto diventata una distribuzione dominante e globale, per tutti i gusti, ma la versione Gnome resta comunque quella leader, di riferimento.

È opinione diffusa che gli utenti di Windows che decidono di recidere il cordone ombelicale (altra pillola blu per intenderci), e passare al pinguino debbano adottare KDE perché è l'ambiente desktop più vicino a Windows e quindi meno scioccante. Il passaggio alla libertà insomma sarebbe più morbido con KDE rispetto ad altri ambienti. Non per fare del sarcasmo, ma fossi al posto di chi sviluppa KDE non lo prenderei come un complimento. Con tutto l'impegno che ci mettono a fare il miglior ambiente desktop possibile, ecco che arrivano gli applausi perché il loro prodotto è il più simile a Windows! Mah. Contenti loro...
Io al contrario ritengo che chi cambia sistema operativo è perché ... vuole cambiare accidenti! A che mi serve impegnarmi ad imparare l'uso di un nuovo sistema per ritrovarmi con qualcosa di simile a ciò che già usavo e al quale ero abituato?
Nel 2004, quando ho tagliato i ponti con Windows (di netto), ho avuto il privilegio di poter provare Ubuntu Warty come LiveCD. Già solo questo fatto mi aveva impressionato: con Windows tutto questo non è possibile; o te lo installi, o niente. KDE appartiene allo stesso mondo libero di Gnome, quindi ha anche le stesse potenzialità, ma non incontra i miei gusti:
  • ha un'interfaccia troppo carica graficamente e troppo stile "cartoni animati". Mi dà l'idea di essere l'interfaccia creata apposta per i bambini, con tanti colori per attrarre la loro attenzione.
  • per ogni parte dell'interfaccia ci sono svariate possibilità di impostazione. Ogni pulsante, ogni angolo del desktop può essere personalizzato. Il risultato è che l'utente usa il PC solo per regolare tutte le impostazioni dimenticando di essere anche produttivo. Troppo tempo perso dietro all'ambiente desktop.
  • per ogni compito da svolgere con il PC ci sono troppe offerte di programmi simili che fanno più o meno la stessa cosa. Questa critica non è solo mia, ma è una delle più frequenti mosse a KDE. Pare che con KDE4 finalmente ci si muova verso una pulizia in questo ambito. Staremo a vedere alla prova dei fatti.
  • Alla sua nascita KDE era il primo ambiente grafico per Linux basato però sulle librerie grafiche QT che allora non erano libere. Molto male, anzi molto bene, perché come risposta libera è nato il progetto Gnome. Solo successivamente l'azienda produttrice delle librerie QT, la TrollTech, le ha rese libere nella versione Linux, mentre per la versione Windows sono restate a pagamento fino a poco tempo fa. Queste origini "oscure" e poco consone alla filosofia del pinguino non hanno certo favorito le mie simpatie per KDE, e hanno enormemente accentuato quelle per Gnome. Chi critica Gnome perché rispetto a KDE a volte ha ancora delle parti gestite in modo non del tutto coerente, non deve scordarsi che Gnome è partito da zero, con codice completamente libero, e in ritardo rispetto a KDE.
  • In generale la filosofia del "tutto e in abbondanza", anzi in eccesso adottata finora da KDE non mi piace. Preferisco di gran lunga la filosofia minimalista di Gnome che fornisce le funzionalità solo laddove e quando servono. Molte impostazioni in Gnome sono implicite e già configurate dopo l'installazione permettendo all'utente di concentrarsi immediatamente sul lavoro vero che deve fare con il PC e non perdersi nel mare delle impostazioni e delle opzioni.
Più o meno questa è la mia posizione sull'argomento, e credo proprio che se Gnome continua a progredire in modo pulito e coerente come finora ha fatto, e se KDE continua a presentarsi come ora, non c'è pericolo che io venga tentato un giorno di scaricare Kubuntu invece di Ubuntu.

Proprietà intellettuale e software proprietario

Prendete quanto segue come una breve riflessione filosofica tra il serio e il faceto. Vi assicuro che non ho fumato nulla; si tratta solo di sfogare una certa esuberanza celebrale. Ogni tanto mi succede e devo mettermi a scrivere quanto mi frulla in testa. Va bene dai: capita di rado quindi sopportate...

Non faccio parte del mondo giuridico, quindi non sarei nemmeno in grado di approfondire più di tanto un discorso così complesso e sempre dibattuto nel mondo intero.

Da che mondo è mondo è sempre stato spontaneo per l'uomo riconoscere un valore per una prestazione. Io faccio qualcosa, costruisco qualcosa, ti aiuto in qualcosa, e questo mio impegno voglio che sia riconosciuto in qualche modo.
Esiste il baratto con il quale si scambiano oggetti o servizi diversi in quantità tali da rendere equo lo scambio.
Esiste la più recente banca del tempo grazie alla quale professionisti delle più svariate formazioni mettono a disposizione ore di prestazioni nelle proprie professioni che vengono poi scambiate con altre ore a seconda dei bisogni. Per esempio un elettricista fornisce una propria ora in cambio di una di un idraulico, ma anche più ore in cambio di una lezione di matematica per il figlio, eccetera. E tutto questo senza movimenti di denaro.
Esistono i brevetti con i quali una persona che ritiene di avere avuto un'idea di successo può proteggerla in modo che nessuno possa copiarla e quindi poterne trarre beneficio a sue spese.

A questo punto ci possiamo chiedere: perché è normale che una persona o un'azienda può brevettare un sistema rivoluzionario di, poniamo, spazzolino per i denti, mentre una ditta come Microsoft viene osteggiata perché brevetta Windows, oppure l'icona del cestino sul suo desktop?
Che differenza c'è, se c'è, fra le due cose?

Personalmente ritengo che la sostanziale differenza stia nel valore aggiunto finale. Mi spiego.
La ditta che brevetta lo spazzolino da denti crea un oggetto che verrà direttamente usato dall'utente finale il quale ne trarrà immediatamente beneficio. Nel nostro esempio si tratta di una migliore manutenzione della propria dentatura con tutti i vantaggi del caso.
La ditta che produce software invece crea uno strumento intermedio che serve all'utente finale per creare a sua volta il risultato definitivo del suo lavoro. Un software è paragonabile ad altri strumenti dell'artigiano come il martello o la sega: non servono a niente essi stessi in quanto tali, ma sono indispensabili per poter ottenere il risultato voluto. Facciamo alcuni esempi con il software:

Gimp, Adobe Photoshop: utilissimi per ritoccare, migliorare immagini, e anche per creare nuove composizioni. Questi software non danno niente direttamente, ma grazie ad essi posso rielaborare immagini grezze a seconda dei miei bisogni e gusti.

Sony Vegas, Cinelerra: servono alle elaborazioni di video. Ancora una volta non forniscono niente direttamente, ma grazie ad essi posso importare filmati grezzi e ottenere i risultati che voglio.

Windows, Linux, Gnome, KDE: permettono di far funzionare i nostri computer e permettono all'uomo di interagire con essi. Senza di essi sarebbe piuttosto difficile ottenere qualcosa di utile da queste nostre beneamate scatole elettroniche, ma tutti noi lavoriamo e produciamo al computer grazie ad essi, e non otteniamo niente direttamente da essi.

Faccio altri esempi tipo spazzolino da denti per far capire la differenza:

Macchina del caffè: la compro e la uso ottenendo direttamente da essa il risultato desiderato. Da una macchina per il caffè mi aspetto di ottenere il caffè, e non certo di usarla per impastare la pizza.

Automobile: la compro e me ne vado in giro. Con l'automobile mi aspetto di essere indipendente nei miei spostamenti ed è proprio quello che faccio: per lavoro o per diletto io guido l'auto e mi sposto. Niente di più e niente di meno.

Forse è per questo motivo che c'è tanta contrarietà contro le aziende del software come Microsoft o Apple che brevettano di tutto. In fin dei conti ci forniscono degli strumenti per creare e ottenere qualcosa d'altro; sono strumenti intermedi, utili, ma che devo ancora usare io con un certo sforzo e impegno per ottenere infine ciò che ho bisogno. E allora perché devo pagare per qualcosa che non mi dà immediatamente ciò che voglio? Perché devo stare attento a non violare licenze o brevetti, magari limitando la mia creatività? Perché qualcuno deve guadagnare speculando sugli attrezzi che poi devo ancora far fatica ad imparare ad usare?

La risposta a tutto questo è il mondo del software free e open source. Se vuoi dare soldi per sostenere i vari progetti sei libero di farlo, ma è sempre una tua scelta. Nessuno ti obbliga a pagare un centesimo per nessuno dei software disponibili. Qui hai ampia scelta sempre allo stesso prezzo: zero. Qui puoi addirittura annunciarti per contribuire personalmente a migliorare gli attrezzi informatici che poi tutti avranno a disposizione. Qui ci si aiuta, si discute, si decide, e tutto in una comunità globale che il più delle volte riesce anche ad evitare le animosità pur essendoci sempre numerose idee diverse.

Non so se sono riuscito ad esprimere in modo sufficientemente chiario la mia piccola riflessione filosofica, ma sono convinto che se il mondo free open source è nato così spontaneamente, significa che si sentiva la sua mancanza. Se il mondo fosse felice e contento con Microsoft, Apple, ecc., allora perché ci si dovrebbe dannare l'anima a reinventare la ruota, a faticare su hardware chiuso cercando di carpirne il funzionamento per creare driver liberi, ecc.?