sabato, 22 dicembre 2007

Ubuntu in presa diretta

E va bene. Per una volta mi sono lasciato andare alla produzione casalinga di video. Ma volete mettere una pubblicità così ruspante della dinamicità del nostro sistema operativo rispetto a tante noiose pagine di recensioni e giudizi scritti? Una regola capitale che vale sempre è questa: meglio un'immagine di mille parole.
E allora mi sono buttato registrando "in diretta" il video del mio PC in un paio di filmati piuttosto voluminosi e lunghi. Per le registrazioni mi sono affidato allo strumento recordmydesktop con relativa interfaccia grafica gtk-recordmydesktop. Per poter visualizzare questi video dovete avere almeno una linea ADSL per scaricarli in un tempo ragionevole, oppure molta pazienza. Spero che alla fine troviate che ne sia valsa la pena.
Come ho detto all'inizio si tratta di riprese in diretta del mio schermo senza nessuna post elaborazione. Come sono venute, sono venute, compresa anche qualche operazione non riuscita o replicata. Pazienza. Quando avrò a disposizione un editor video decente che sappia trattare il formato OGG come si deve riuscirò anche a ripulire i video delle parti inutili. Per ora accontentatevi.


Ubuntu e Windows XP.ogg (36MB, 12 min): http://www.megaupload.com/?d=3ZR6ALIO
in questo video vedrete all'opera Windows XP all'interno di Ubuntu come fosse un'applicazione qualsiasi grazie allo strumento di virtualizzazione VirtualBox. Non c'è audio.

Effetti Compiz.ogg (430MB, 26 min): http://www.megaupload.com/?d=8W3KEW67
in questo video vedrete la presentazione della maggior parte degli effetti 3D sul Desktop grazie all'uso di Compiz-Fusion. Il mio portatile è dotato di scheda video nVidia quindi con Ubuntu Gutsy non ho avuto problemi ad attivare i famosi effetti. C'è l'audio che inizia dopo qualche minuto.

Buona visione a tutti.

giovedì, 20 dicembre 2007

Uno script per spostare files e cartelle selezionati

Ciao a tutti,

oggi vi presento uno script che permette di selezionare uno o più files, una o più cartelle, e spostarli in una cartella destinazione. Il tutto senza dover aprire due finestre Nautilus, o dover navigare nell'albero della struttura del disco.
Questo script è costituito da comandi shell e non è in Python come quelli che ho già presentato un po' di tempo fa, ma può essere collocato nella stessa cartella degli scripts per Nautilus (~/.gnome2/nautilus-scripts). Il principio di funzionamento è identico agli scripts Python. Si deve rendere il file contenente lo script shell eseguibile ed è tutto.
Per usarlo selezionare gli oggetti da spostare e richiamarlo con il tasto destro del mouse. Viene visualizzata la seguente finestra per selezionare la cartella di destinazione:


premere OK e il lavoro è finito.

Spero lo troviate utile. Lo potete scaricare da questo link: invia-file

P.S. lo script non è stato creato da me, ma purtroppo non ho trovato chi sia l'autore originale per poterlo ringraziare.

sabato, 10 novembre 2007

Ubuntu Gutsy e la Virtualbox capricciosa

Il software di virtualizzazione Virtualbox è molto comodo per provare installazioni particolari senza dover toccare il proprio sistema stabile. È utile anche per chi deve usare programmi Windows che proprio non vanno nemmeno con Wine.
Io ho iniziato ad usarlo con Ubuntu Feisty e devo dire con piena soddisfazione. Tuttavia quando è arrivato Gutsy, e ho reinstallato il mio sistema, le cose non sono andate così lisce. Se con Feisty mi era bastato aggiungere il repository specifico per iniziare a lavorare, con Gutsy le macchine virtuali non partivano, e nemmeno il supporto all'interfaccia USB era attivo.
A quanto pare queste "regressioni" sono dovuto a delle scelte sulle impostazioni di default in Gutsy che richiedono degli interventi manuali prima di poter usare appieno Virtualbox. In rete ci sono numerosi link che parlano di questi problemi e di come risolverli, ma molto spesso sono citati singolarmente, e mai riuniti assieme. Per questo mi sono deciso a scrivere questo breve post sull'argomento.

Premessa: io ho usato l'installazione dal repository specifico preso dal sito di Virtualbox e non quella presente nel repository di Gutsy. Per questo non posso garantire che le spiegazioni che seguono siano valide in tutti i casi.

Problema 1: all'avvio di una macchina virtuale esce un messaggio di errore che parla di kernel e accessi impediti al device /dev/vboxdrv. La macchna virtuale poi si spegne e non parte.
Soluzione 1: aprire un terminale (o usare la scorciatoia ALT+F2) ed eseguire il comando seguente: sudo chmod 666 /dev/vboxdrv
adesso la macchina virtuale parte e può funzionare normalmente.

Problema 2: quando si inizia la creazione di una macchina virtuale, o quando si avvia, esce un messaggio di avviso che ci informa che l'interfaccia USB non è disponibile. In questo caso la macchina virtuale funziona bene in tutto ad eccezione dell'interfaccia USB. Non ci è possibile ad esempio leggere dati da una penna o da un disco USB. Insomma niente di ciò che si può connettere via USB potrà essere usato.
Soluzione 2: aprire un terminale (o usare la scorciatoia ALT+F2) ed eseguire il comando seguente: gksudo gedit /etc/init.d/mountdevsubfs.sh
una volta aperto il file cercare il termine "magic" per posizionarsi nel punto interessato alla modifica. Si noterà un paragrafo come questo:

#
# Magic to make /proc/bus/usb work
#
# mkdir -p /dev/bus/usb/.usbfs
# domount usbfs "" /dev/bus/usb/.usbfs -obusmode=0700,devmode=0600,listmode=0644
# ln -s .usbfs/devices /dev/bus/usb/devices
# mount --rbind /dev/bus/usb /proc/bus/usb

dobbiamo intervenire sulle righe di comando attualmente sotto commento e attivarle. Dopo le modifiche il paragrafo risulterà così:

#
# Magic to make /proc/bus/usb work
#
mkdir -p /dev/bus/usb/.usbfs
domount usbfs "" /dev/bus/usb/.usbfs -obusmode=0700,devmode=0600,listmode=0644
ln -s .usbfs/devices /dev/bus/usb/devices
mount --rbind /dev/bus/usb /proc/bus/usb

salvare il file e riavviare il PC. Adesso le macchine virtuali hanno a disposizione anche l'interfaccia USB.

Problema3: si connette ad esempio una penna USB, ma dalla macchina virtuale non è possibile accedervi. La periferica è bloccata.
Soluzione3: aprire la gestione gruppi e utenti e verificare quale ID è stato assegnato al gruppo vboxusers. Normalmente gli viene assegnato il valore 1001.
Adesso aprire un terminale (o usare la scorciatoia ALT+F2) ed eseguire il comando seguente inserendo l'ID del gruppo vboxusers (nel nostro caso 1001):
sudo mount -t usbfs -o devgid=1001,devmode=664,nodev,noexec,nosuid none /proc/bus/usb
Da questo momento in avanti, fino allo spegnimento della macchina virtuale, la stessa potrà accedere alle periferiche USB. Quando si avvia di nuovo una macchina virtuale il problema può ripresentarsi. Basta allora rieseguire il comando.

Questo è quanto. Ora buon lavoro con Virtualbox!

sabato, 4 agosto 2007

Allineare contatti e calendari Google con Evolution e viceversa

Con questo post purtroppo non posso mostrare dei miracoli, ma almeno ciò che allo stato attuale è già possibile, o che lo potrebbe essere fra non molto.

Da quando GMail (Google Mail) è entrato a far parte della mia vita il client di posta Evolution ha decisamente perso importanza per me. Anzi, per dirla tutta, non lo uso proprio più. Nella famiglia dei prodotti web di Google c'è la posta, la rubrica, il calendario, il blocco note. Insomma tutto ciò che fa Evolution, lo fa anche Google, con il vantaggio che in qualsiasi parte del mondo io mi trovi, basta accedere al mio account Google e tutto è lì senza dovermi portare appresso il PC portatile.

Ciò non toglie che Evolution sia integrato con Gnome e permetta di:
  1. visualizzare il calendarietto dal pannello dove c'è l'orologio
  2. accedere alla sua rubrica da OpenOffice per creare e-mail o lettere in serie
  3. mettere a disposizione i contatti per altri applicativi come Pidgin, Ekiga, l'opzione "Invia a..." di Nautilus, ecc.
Insomma malgrado l'uso del calendario e della posta Google, sarebbe buona cosa poter tenere traccia anche in Evolution dei contatti della rubrica e degli appuntamenti a calendario.


Visualizzare i calendari di Google in Evolution
Grazie alla veloce e facile procedura descritta qui:
http://johnnyjacob.wordpress.com/2006/04/30/google-calendar-in-evolution/
è possibile visualizzare in Evolution i nostri calendari creati in Google. Si tratta di un'operazione a sola andata nel senso che i calendari in Evolution saranno solo in visualizzazione, ma questa è proprio l'operazione più utile in fin dei conti. Per chi si affida ai calendari Google, l'importante è poter gestire ogni cosa da qui, mentre la visualizzazione in Evolution diventa solo un ulteriore comfort.
Io ho provato questa procedura, anche con altri calendari pubblici offerti in rete (vedi ad esempio icalShare), e devo dire che funziona tutto perfettamente. Indagando in rete ho scoperto però che esiste un problema aperto e riconosciuto tale con l'uso dei calendari di Google in Evolution. A questo indirizzo potete leggere i dettagli:
https://bugs.launchpad.net/ubuntu/+source/evolution/+bug/74070
A me va tutto bene, ma ci tenevo ad avvertirvi che se incontrate dei problemi, potrebbero essere dovuti a questo bug e non a qualcosa che avete sbagliato. Immagino comunque che per l'uscita di Gutsy non ci saranno più problemi di sorta.


Esportare i contatti da Evolution e importarli in Google-mail
Quando è appena stato creato l'account Google c'è ovviamente la necessità di importare la rubrica che fino a questo momento è stata usata in Evolution.
Aprendo un foglio OpenOffice Calc si può accedere alla rubrica e copiarne il contenuto nella griglia. Poi si salva la griglia in formato CSV. Il file CSV è poi importabile in Google-mail usando la funzionalità "Importa" nella pagina dei contatti. Non tutto sarà perfetto e i contatti andranno ritoccati qua e là, ma è meglio che doverli ricreare da zero.


Esportare i contatti da Google e importarli in Evolution
Quando è un po' che si usa solo Google-mail e non più Evolution, i contatti possono essere cambiati e possono essercene di nuovi. Può essere utile quindi reimportarli in Evolution per aggiornare la rubrica.
Da Google-mail è possibile creare un file CSV contenente tutta la rubrica usando la funzionalità "Esporta" nella pagina dei contatti. Ho fatto qualche test e l'importazione diretta del file CSV in Evolution è tecnicamente possibile, ma dai risultati sconfortanti. Meglio fare un passaggio intermedio trasformando i dati dal formato CSV al formato vCard. Per fare questo comodamente senza installare nulla andare a questo indirizzo CSV to vCard e seguire i facili passi descritti. Una volta salvato il nuovo file *.vcf si può entrare in Evolution e importare questo file.
Consiglio vivamente di importare in una rubrica a parte perché il lavoro di importazione sarà tutt'altro che perfetto. Dalle prove che ho fatto almeno il nominativo, un indirizzo e-mail, e qualche numero telefonico, vengono importati correttamente. In ogni caso bisogna lavorarci per avere di nuovo una rubrica utilizzabile, soprattutto per la parte indirizzi.

La qualità di importazione ed esportazione fra Google-mail ed Evolution allo stato attuale non è buona, ma al momento è il massimo che si può ottenere. Sono sicuro che in futuro le cose potrebbero migliorare, sia da una parte che dall'altra.

mercoledì, 1 agosto 2007

Blender: l'evoluzione di un'interfaccia geniale

Un po' sulla falsa riga di quanto ho fatto per Ubuntu nel mio post "L'origine della specie", anche per Blender vorrei ripercorrere qui la storia della sua interfaccia con le immagini delle singole versioni che si sono succedute nel tempo e che sono riuscito ancora a far funzionare per poterle creare. A quanto si legge in rete la prossima versione 2.50 sarà piuttosto rivoluzionaria sotto questo aspetto, quindi questo post si giustifica più che mai.
Guardare un momento al passato per apprezzare il presente e il futuro non è cosa sbagliata.


La storia completa di tutte le versioni di Blender può essere così riassunta:
  • ver. 1.00, gennaio 1996, Blender è in sviluppo presso l'animation studio NeoGeo (Olanda)
  • ver. 1.23, gennaio 1998, versione SGI pubblicata sul web, IrisGL
  • ver. 1.30, aprile 1998, versione Linux e FreeBSD, portata su OpenGL e X
  • ver. 1.3x, giugno 1998, fondata la NaN
  • ver. 1.4x, settembre 1998, rilasciate versioni alpha per Sun e Linux Alpha
  • ver. 1.50, novembre 1998, pubblicato il primo manuale
  • ver. 1.60, aprile 1999, C-key (nuova caratteristica bloccata dal costo di $95), rilasciata versione per Windows
  • ver. 1.6x, giugno 1999, rilasciate versioni per BeOS e PPC
  • ver. 1.80, giugno 2000, fine di C-key, Blender è nuovamente completamente freeware
  • ver. 2.00, agosto 2000, motore interattivo 3D e in tempo reale
  • ver. 2.10, dicembre 2000, nuovo motore, fisica e Python
  • ver. 2.20, agosto 2001, sistema per l'animazione di personaggi
  • ver. 2.21, ottobre 2001, lancio pubblico di Blender
  • ver. 2.2x, dicembre 2001, versione per Mac OSX
  • ver. 2.25, febbraio 2002, nuovo rilascio
  • ver. 2.30, ottobre 2003, nuovo rilascio (vedi specifiche sul sito di Blender.org)
  • ver. 2.31, dicembre 2003, nuovo rilascio (vedi specifiche sul sito di Blender.org)
  • ver. 2.32, febbraio 2004, nuovo rilascio (vedi specifiche sul sito di Blender.org)
  • ver. 2.33, maggio 2004, nuovo rilascio (vedi specifiche sul sito di Blender.org)
  • ver. 2.34, agosto 2004, nuovo rilascio (vedi specifiche sul sito di Blender.org)
  • ver. 2.35, novembre 2004, nuovo rilascio (vedi specifiche sul sito di Blender.org)
  • ver. 2.36, dicembre 2004, nuovo rilascio (vedi specifiche sul sito di Blender.org)
  • ver. 2.37, maggio 2005, nuovo rilascio (vedi specifiche sul sito di Blender.org)
  • ver. 2.40, dicembre 2005, nuovo rilascio (vedi specifiche sul sito di Blender.org)
  • ver. 2.41, gennaio 2006, nuovo rilascio (vedi specifiche sul sito di Blender.org)
  • ver. 2.42, luglio 2006, nuovo rilascio (vedi specifiche sul sito di Blender.org)
  • ver. 2.43, febbraio 2007, nuovo rilascio (vedi specifiche sul sito di Blender.org)
  • ver. 2.44, maggio 2007, nuovo rilascio (vedi specifiche sul sito di Blender.org)
  • ver. 2.45, settembre 2007, nuovo rilascio (vedi specifiche sul sito di Blender.org)
  • ver. 2.46, maggio 2008, nuovo rilascio (vedi specifiche sul sito di Blender.org)
  • ver. 2.50, ??? 2008, nuovo rilascio con grandi modifiche d'interfaccia?


Ho scaricato tutte le versioni disponibili dal sito di Blender cercando di avviarle in modo da poter salvare l'immagine della schermata principale. Spesso è stata la versione per Linux a funzionare, ma a volte, causa dipendenze di librerie non più soddisfatte, ho dovuto far capo alla versione per Windows installandola mediante Wine, e devo dire con risultati decisamente apprezzabili (bravi quelli del progetto Wine).

Bene, andiamo ad iniziare con il 1999 e la versione 1.60:












versione 1.80, anno 2000



versione 2.04, anno 2001



versione 2.25, anno 2002



versione 2.26, anno 2002



versione 2.27, anno 2003



versione 2.28, anno 2003



versione 2.30, anno 2003



versione 2.31, anno 2003



versione 2.32, anno 2004



versione 2.33, anno 2004



versione 2.34, anno 2004



versione 2.35, anno 2004



versione 2.36, anno 2004



versione 2.37, anno 2005



versione 2.40, anno 2005



versione 2.41, anno 2006



versione 2.42, anno 2006



versione 2.43, anno 2007



versione 2.44, anno 2007



versione 2.45, anno 2007























Se qualcuno ha altre immagini di versioni che io non sono riuscito a riprodurre me le può segnalare, così posso completare la collezione in onore di questo software davvero spettacolare. Soprattutto per gli utenti Linux può ormai fungere da strumento grafico 2d e 3D (ovvio), da editor di immagini, da video editor avanzato (meno ovvio), e quant'altro abbia a che fare con la multimedialità e il mondo virtuale.

sabato, 14 luglio 2007

da Windows a Linux: la conversione - 19

Più di un anno è passato dal mio ultimo post su questa "saga" del tutto personale e ho sentito che il momento è giunto per chiudere in bellezza con un'altra puntata. Chi volesse recuperare le diciotto puntate precedenti può trovarle facendo clic su una delle etichette assegnate al presente post.

Stiamo usando Ubuntu Feisty e siamo in viaggio verso Ubuntu Gutsy. Nel frattempo è stato rilasciato Windows Vista, ma se non fosse stato per le inevitabili notizie in rete, e alla televisione, non me ne sarei nemmeno accorto. Cosa intendo esattamente?
Qualcuno forse ricorderà il grande riscontro, meritato o meno, avuto dai precedenti rilasci di Windows 3.11, rispettivamente di Windows 95. Grandi proclami sui giornali, alle televisioni, alle radio. La canzone "Start me up" dei Rolling Stones ascoltata fino alla nausea per lanciare Windows 95 e il suo nuovo menu di avvio (Start).
C'erano letteralmente le code ai negozi, in una delle quali mi trovavo anch'io (che imbarazzo pensandoci oggi), per acquistare le confezioni azzurrine di Windows 95.










Ebbene sono convinto che da allora le cose siano cambiate. Windows Vista è sì stato lanciato sul mercato, ma l'impressione è che non ci sia stata la stessa convinzione delle altre volte. Sembra quasi che le continue critiche ricevute sulle prestazioni di Vista ancora prima del lancio ne abbiano già fiaccato l'entusiasmo. Il prezzo del nuovo sistema operativo, unito al fatto che per ottenere il meglio da esso sarebbe meglio cambiare il PC, hanno notevolmente freddato gli animi dei consumatori. Ormai il PC è diventato un elettrodomestico come l'aspirapolvere. In tutte le case se ne trova almeno uno, e ogni giovane vuole averlo per non restare escluso dal gruppo degli altri. Senza contare che in aggiunta ci vuole anche la PlayStation. Siamo passati da un apparecchio elitario, posseduto da alcuni, ad un apparecchio di massa che pesa sui bilanci famigliari di tutte le famiglie di tutte le tasche. Ecco perché Windows Vista non è stato accolto come gli atri storici rilasci. Nelle case ci entra per inerzia, dato che è installato per difetto su tutti i nuovi PC, ma la gente non ha più fatto la fila nei negozi per acquistarlo.

A questo punto entra in scena il nostro amato pinguino
.
Nelle nostre case sono presenti migliaia e migliaia di PC ancora in ottimo stato, con delle prestazioni ampiamente sufficienti per il normale uso quotidiano (ufficio, studio, navigazione in rete, ecc.). Per quale accidenti di motivo una famiglia dovrebbe spendere una cifra per comperare un nuovo PC solo per usare un nuovo sistema operativo che di veramente nuovo ha ben poco? Perché non fare un piccolo sforzo e provare ad usare Ubuntu ad esempio? Non c'è nulla da perdere, tutto è gratuito. Il LiveCD permette di provare immediatamente il prodotto senza minimamente mettere a repentaglio il nostro attuale sistema Windows. Se piace si può fare il grande passo, se non piace si può andare avanti come prima.

Nel mio caso, da quando sono passato esclusivamente ad Ubuntu, non ho rimpianto assolutamente nulla del mondo Windows, e questa mia serie di post sul tema lo sta a dimostrare.
  • un sistema operativo sicuro e pratico da usare? Ubuntu 1 - Windows 0
  • un sistema operativo veloce, snello e leggero? Ubuntu 1 - Windows 0
  • un sistema operativo libero e che mi lasci la mia libertà? Ubuntu 1 - Windows 0
  • un sistema con ampia scelta di software? Ubuntu 2 -Windows 1 (con Ubuntu ho davvero l'imbarazzo della scelta e sempre allo stesso prezzo: zero)
  • un sistema operativo innovativo e attraente? Ubuntu 1 - Windows 0
  • scelta fra diverse interfacce grafiche? Ubuntu 3 - Windows 1
  • ampia libertà di impostazione dell'interfaccia grafica? Ubuntu 2 - Windows 0
  • ecc., ecc. ? Ubuntu 1 - Windows 0
Negli ultimi tempi anche nel settore più debole di Linux, cioè le elaborazioni di file multimediali, si sta rapidamente muovendo qualcosa. Gli editor di file video stanno facendo capolino sulla scena (Pitivi, Cinelerra, Blender), e si può iniziare a creare qualcosa di concreto con essi, anche a livello professionale. Quindi anche l'ultimo ostacolo sta per essere eliminato. Chi è appassionato di elaborazioni video a partire da Gutsy (ma anche in Feisty in parte), avrà delle opzioni valide a sua disposizione. E non mi si venga a dire che per creare il filmatino delle vacanze è indispensabile usare Sony Vegas! (la Rolls Royce degli editor).

Concludo quindi questa serie di post confermando tutto quanto di positivo ho già avuto modo di esporre in passato. I sistemi basati su Linux hanno raggiunto uno stadio di raffinatezza tale, che vale veramente la pena farci un giro di prova. Niente obbligo di acquisto. Vi convincerete da soli quale sia il sistema migliore. Il budget famigliare vi ringrazierà, il vostro fegato vi ringrazierà, l'integrità dei vostri dati vi ringrazierà, e anche i vostri occhi vi ringrazieranno per il piacere dato dalle nuove interfacce con effetti 3D che solo Linux oggi vi offre.

mercoledì, 27 giugno 2007

Le reali necessità in ambito software

Diciamoci la verità: quanti di noi hanno delle esigenze tali da dover sfruttare appieno tutte le più recondite funzionalità degli strumenti software che il mercato ci offre?

Secondo me nessuno.

Avete mai pensato a quante funzionalità sono disponibili in prodotti come Microsoft Office, Windows Vista o Adobe Photoshop solo per fare gli esempi più comuni e conosciuti?
A occhio e croce direi che ognuno di questi prodotti offre diverse centinaia di funzionalità e combinazioni infinite fra di esse.
Nel mondo sono milioni e milioni i PC utilizzati da ogni tipo di utente, ma fra questa moltitudine quanti effettivamente sfruttano i software citati in misura tale da ritenere compensata la spesa necessaria al loro acquisto?

Secondo me ben pochi.

A questo punto appaiono in tutta la loro evidenza la logica di mercato da una parte, e la moda dall'altra.
Un classico esempio è quello di un utilizzatore amatoriale di Adobe Photoshop che lo usa solamente per schiarire o scurire qualche foto, o per togliere gli occhi rossi da qualche altra. Ebbene un uso così misero di un prodotto professionale ed eccelso come Photoshop grida vendetta. Photoshop è un prodotto per grafici e fotografi professionisti, non per un uso amatoriale casalingo, quindi anche il prezzo è piuttosto elevato. Tuttavia il prodotto è talmente noto, è talmente di moda, è così "in" dire "ieri ho elaborato le mie foto con Photoshop", che un sacco di gente lo compera senza nemmeno immaginarne lontanamente le vere potenzialità, senza mai arrivare a sfruttarne la millesima parte in tutta la sua vita.

E allora io mi chiedo: perché non usare GIMP? È gratuito e per la stragrande maggioranza degli utenti è già fino troppo potente. È un insulto anche per GIMP usarlo solo per togliere gli occhi rossi, ma se non altro il conto in banca non ne risente.

Un discorso analogo lo si può fare con Microsoft Word, Excel, e compagnia. La maggior parte degli utilizzatori usa Word per scrivere ogni tanto una lettera, al massimo quelli più avanzati arrivano a scrivere una serie di lettere appoggiandosi ad una lista di recapiti separata. Tutto qui. Persino gli scrittori non sfruttano tanto più di un indice, un po' di grassetto e corsivo, qualche variazione di carattere e paragrafi. Anche in questo caso andiamo a spendere un sacco di soldi per essere sempre aggiornati all'ultima suite di MS Office perché gli amici ce l'hanno anche loro, perché è di moda, perché Microsoft dice che è più facile da usare. Nessuno però si rende conto che questi prodotti, cosiddetti da ufficio, hanno funzionalità molto potenti che vanno ben oltre la semplice stesura di un testo, o la semplice compilazione di una griglia con dei valori numerici. Ci sono funzionalità che penso nessuno ha mai scoperto perché nessun utilizzatore normale le richiede. Tutti i prodotti di Office possono fare ben di più presi singolarmente, ma anche interagendo fra loro. Ma quanti fra i milioni di utilizzatori le sfrutta mai tutte queste potenzialità?

E allora io mi chiedo: perché non usare OpenOffice? È gratuito e in quanto a funzionalità sicuramente paragonabile a MS Office. Nessuno riuscirà mai a sfruttare appieno nemmeno le funzionalità di OpenOffice, ma se non altro il conto in banca non ne risente.

Per ultimo lascio l'esempio del sistema operativo. Cito Windows Vista, ma il discorso è analogo per tutti. Un sistema operativo ci permette di interagire nel modo più confortevole possibile con il nostro PC, e fa in modo che tutte le periferiche connesse funzionino correttamente. Questo è quanto il normale utente percepisce. Si accende il PC ed ecco che il sistema operativo ne prende immediatamente il controllo presentandoci la nostra amata interfaccia grafica. In realtà un sistema operativo esegue molto lavoro nascosto che non vediamo mai a meno che non andiamo appositamente ad indagare dietro le quinte. Oltre a questo lavoro oscuro, ma indispensabile, ci sono molte, moltissime funzionalità che non vengono mai o poco sfruttate dal normale utilizzatore. La maggior parte usa il sistema operativo come mezzo per eseguire i programmi che gli servono (Office, Photoshop, ecc.), e niente altro. Qualcuno in più si preoccupa di gestire un firewall e un antivirus, ma oltre a ciò poco o nulla. Chi non è un professionista del ramo usa coscientemente una minima parte delle funzionalità di un sistema operativo.

E allora io mi chiedo: perché non usare una distribuzione GNU/Linux? È spesso gratuita e in quanto a funzionalità non ha proprio nulla da invidiare ai sistemi proprietari a pagamento, anzi, come ben sappiamo noi, Linux è decisamente migliore.


Ecco quindi il senso del titolo di questo post: togliamo l'effetto mercato e l'effetto moda, cosa resta? Per la maggior parte dei fruitori di prodotti informatici ben poche e basilari esigenze. Tutti i prodotti disponibili oggi, sia commerciali, che free, vanno ormai ben oltre. Parallelamente anche l'hardware deve essere sempre più potente per supportare questi divoratori di risorse. Il cerchio ora si chiude, ed è per questo che invito tutti a riflettere sulle proprie scelte. Se continuiamo pedestremente a seguire le sirene del mercato non ne usciamo più, e le nostre finanze famigliari continueranno a piangere. Passare all'alternativa free e open source invece ci permette di risparmiare un sacco di soldi pur non rinunciando a nessuna delle funzionalità che realmente usiamo.

Meditate gente, meditate. Ubuntu è a portata di un click.

martedì, 26 giugno 2007

BLENDER: bibliografia essenziale

Mi sembra il momento giusto di pubblicare una piccola bibliografia dei testi e dei riferimenti in rete che ho usato, sto usando, e userò per continuare il mio lentissimo studio autodidattico di questo magnifico prodotto software open source che si chiama Blender.


Libri pubblicati dalla fondazione Blender
  • Guida Blender 2.3. Si tratta di un libro ormai vecchio rispetto all'attuale versione di Blender, ma i concetti fondamentali sono sempre validi. Ritengo possa essere un buon punto di partenza per rompere il ghiaccio.
  • Blender Essential. Nuovissima pubblicazione, fresca di stampa, che dovrebbe essere solo la prima di una serie che tratta tutti gli aspetti e le funzionalità delle versioni più recenti. Specificatamente questo libro è basato proprio sull'ultima versione 2.44.
nota: Progetti open source di ampio respiro come Blender non vivono di solo volontariato. Per poter progredire in modo adeguato hanno bisogno di fondi. Con le sue pubblicazioni la Blender Foundation raggiunge due scopi: spiegare Blender a chi vuole usarlo, e creare un'entrata economica con le vendite. Ricordatevi quindi che se acquistate questi libri nello stesso tempo aiutate anche Blender a crescere.



Libri pubblicati da autori non direttamente legati alla fondazione Blender
  • Introducing Character Animation with Blender. Si tratta di un libro molto interessante e dedicato specificatamente alla creazione di animazioni con Blender. È basato sulla versione 2.43, quindi molto recente. L'autore è Tony Mullen che ha delle ottime qualità didattiche e sa spiegare in modo chiaro e comprensibile.
  • Bounce, Tumble, and Splash! Simulating the Physical World with Blender 3D. Questo è il titolo provvisorio di un libro non ancora scritto. Si tratta del nuovo progetto dello stesso Tony Mullen del libro precedente che questa volta si concentra sulle simulazioni fisiche del mondo reale con Blender. L'autore stima di poter concludere la stesura del testo per l'autunno di quest'anno. Staremo a vedere. Se la qualità è la stessa del primo libro, non c'è dubbio che sarà un acquisto da fare.
  • La 3D libre avec Blender. Questo testo francese è pure molto ben scritto e si prefigge lo scopo di presentare Blender nella sua globalità (modellazione, animazione, illuminazione, materiali, rendering, ecc.), basandosi sulla versione 2.42.


Altre risorse in rete
  • BlenderWiki. Questa ovviamente è la risorsa regina perché in rete e in aggiornamento costante. Qui si trova la documentazione ufficiale del manuale che viene sempre aggiornata man mano che vengono rilasciate nuove versioni di Blender. Inoltre ci sono dei tutorial tematici scritti da utenti esperti. Infine ci sono anche tutti i documenti di coloro che hanno collaborato allo sviluppo di particolari funzionalità di Blender nell'ambito dei GSoC (Google Summer of Code).
  • BlenderArtistsForums. Qui si trova il forum principale degli utenti di Blender. Chiunque qui può trovare risposta alle sue domande, oppure può partecipare attivamente aiutando gli altri. Qui come in qualsiasi forum si trovano utenti esperti e utenti in difficoltà. Ogni domanda è lecita, basta sempre attenersi alla buona educazione e al rispetto per gli altri.
Oltre a quanto da me esposto sopra ci sono altre risorse interessanti soprattutto in rete. Basta avviare una ricerca con Google e si trovano centinaia di siti con tutorial e spiegazioni di tutti i tipi e per tutti i livelli di capacità.

martedì, 5 giugno 2007

Ubuntu e la trasparenza degli upgrade

Sono oramai passati 3 anni dalla nascita di Ubuntu (2004 - 2007) e sono passati anche diversi upgrade da una versione all'altra. A questo proposito non bisogna nascondere che finora un'installazione nuova è sempre stata la soluzione migliore rispetto all'aggiornamento. Parecchi problemi riscontrati nelle varie versioni dopo l'aggiornamento sono stati risolti da un'installazione pulita da zero. Qualche esempio capitato a me?
  • da quando il file delle unità disco fstab è passato alla gestione UUID la mia swap non si è più montata al boot. Su uno dei laptop ho fatto una nuova installazione e tutto è a posto, sull'altro ho dovuto fare un intervento manuale per reimpostare la swap alla vecchia maniera.
  • i suoni audio di sistema su uno dei portatili, il Dell, dopo uno degli upgrade sono spariti completamente. Non c'è stato niente da fare. Solo i suoni dei vari applicativi (Audacity, Totem, ecc.) si sentivano ancora regolarmente, ma quelli di sistema no. La soluzione è stata un'installazione da zero.
  • Dopo l'ultimo aggiornamento a Feisty sul laptop Compaq HP quando richiedo le proprietà di un file da Nautilus, quest'ultimo si blocca e devo forzarne l'uscita. E questo solo dopo il boot del PC, perché dopo il riavvio di Nautilus tutto funziona perfettamente. Sull'altro portatile, il Dell, ho fatto una nuova installazione e lì il problema non c'è.
D'accordo non si tratta di problemoni insormontabili, ma comunque ci sono stati e la soluzione è sempre stata una nuova installazione pulita. Per chi non è convinto basta fare un giretto nei vari forum della comunità e leggere le tonnellate di post da parte di chi ha avuto problemi ben maggiori dei miei e per i quali l'unica soluzione è stata una nuova installazione. C'è addirittura chi suggerisce che ogni 3-4 versioni (2 anni), bisognerebbe comunque fare una nuova installazione per ritornare ad avere una macchina pulita.
Devo dire tuttavia che con Feisty i problemi sono stati davvero minimi, quasi inesistenti, e qualcosa mi dice che dalla prossima versione Gutsy potrebbero anche sparire completamente.
Il mio personale consiglio a questo punto potrebbe essere quello di effettuare un'installazione da zero con Feisty aspettando Gutsy con una macchina bella pulita, oppure addirittura aspettare Gutsy per rifare l'installazione in modo da partire con una macchina ben installata e una versione finalmente stabile da questo punto di vista.
Questo post potrebbe sembrare controproducente per chi, come me, è un sostenitore di Linux e della sua tanto decantata stabilità. Le frasi più ricorrenti sono del tipo: vedrai con Linux niente più crash, lo installi e per anni funziona sempre senza interventi, ecc., ecc.
Tutto vero sicuramente per quanto riguarda i server. Per i desktop il discorso è a tutt'oggi un po' diverso. Non scordiamoci che fino a pochi anni fa Linux era riserva per ragazzacci un po' fuori che facevano tutto da linea di comando e ne erano orgogliosi. Ora, soprattutto grazie all'avvento di Ubuntu, è scoppiata definitivamente la mania, la moda, la consapevolezza del desktop alternativo gratuito o comunque a basso costo. In pochissimi anni Linux ha voluto colmare il gap con i concorrenti storici, Apple e Windows, e addirittura ora con Compiz li vuole superare alla grande. Questa prodigiosa metamorfosi però ha un prezzo. Ci sono ancora delle lacune di stabilità da colmare. Non nella proverbiale stabilità di GNU/Linux in quanto tale, ma nelle operazioni di manutenzione necessarie nel tempo.
Solo quando un aggiornamento riuscirà ad essere completamente trasparente, cioè quando tutto ciò che funzionava prima continua a funzionare, e ciò che non funzionava inizia a funzionare, allora potremo dire di possedere un vero concorrente sul mercato dei desktop.
Fino a quel giorno non dovremo meravigliarci se un normale utente non tecnico si scoraggia e torna a Windows davanti alla prospettiva di dover reinstallare il proprio sistema come unica via d'uscita.

venerdì, 6 aprile 2007

Collezione di scripts Nautilus tradotta in italiano - aggiornamento per Feisty

Ciao a tutti,

è un po' che non mi faccio sentire e colgo l'occasione ora per aggiornare tutti gli interessati sui famosi scripts per Nautilus creati dal nostro amico spagnolo Javier. Per chi si fosse perso i dettagli invito a leggere i seguenti posts:

Scripts Nautilus - 1a parte
Scripts Nautilus - 2a parte

La nuova versione di Ubuntu Feisty uscirà con il linguaggio Python 2.5 come default, e questo ha causato alcuni problemi di funzionamento ai nostri scripts. Il prode Javier ha così analizzato e risolto tutto fornendo sul suo blog le modifiche da applicare. Niente di straordinario, e oltretutto è trasparente con l'attuale situazione di Edgy nel senso che gli scripts modificati funzionano comunque anche ora.
Io ho applicato le modifiche anche agli scripts tradotti in italiano e ho aggiornato gli archivi compressi che potete scaricare nei due post citati in precedenza.
Aggiornate i vostri scripts attuali con questi modificati, così sarete già pronti ad usarli anche con la nuova Feisty.

sabato, 3 marzo 2007

Con il nuovo Blender 2.43 finalmente è possibile usare anche i caratteri accentati

L'uscita della nuova versione 2.43 di Blender ha portato grandi novità in tutti gli ambiti, e anche qualche miglioramento in aree meno spettacolari, ma non per questo menu utili. Per esempio per noi utenti non di lingua inglese è sempre stato un problema poter scrivere i caratteri con gli accenti. Se negli oggetti testo c'è sempre stato il trucco dei tasti ALT+BACKSPACE+accento, nella finestra del text editor, fino alla versione 2.42, non c'era verso di scrivere " perché ". Ci si doveva accontentare di scrivere " perche' ".
Ebbene ho appena scoperto che magicamente con la versione 2.43 i caratteri accentati presenti sulla tastiera svizzera sono ora digitabili tranquillamente. Gli unici caratteri non ancora scrivibili sono quelli composti da più tasti come ad esempio la u accentata. Normalmente la si scrive con la sequenza u+SHIFT+`. Nella finestra del text editor non c'è verso di farlo, quindi dovremo continuare in questi casi a scrivere piu' invece di più.

Se non altro un miglioramento verso le lingue con gli accenti, che sono senza dubbio la maggioranza, è stato fatto. L'inglese è privo di accenti, ma secondo me è più l'eccezione che la regola.

I miei raccoglitori di notizie online

In inglese sono chiamati online news feeds e sono dei links che appaiono sui siti, sui blogs, ecc., che permettono di essere sempre aggiornati sulle modifiche avvenute sui siti stessi. Di conseguenza se un sito è di notizie come un giornale, verranno raccolte notizie, se è un blog, verranno raccolti i post creati dal proprietario, ecc.
Gironzolando in rete si scopre che sempre più spesso la vera nuova notizia parte da un punto e poi si diffonde ripetuta, rielaborata, reintepretata su una miriade di altri siti.
Personalmente, per quanto possibile, non vorrei contribuire a ridiffondere sempre le stesse cose centinaia di volte, ma preferisco avere una raccolta di fonti che mi permetta di tenermi aggiornato senza a mia volta creare materiale duplicato. Se anche altri come me usassero lo stesso metodo, forse avremmo meno materiale in rete, come quantità, ma più esclusività e qualità.
Resta valido ovviamente il principio che se nella propria raccolta di fonti non si trova una notizia che invece noi conosciamo, è nostro dovere diffonderla sui rispettivi blog.
Ecco quindi che pubblico qui la mia raccolta di fonti.

Fonti Liferea

Si tratta dell'estrazione da Liferea che io uso come lettore di notizie. Invito chiunque la pensi come me, e sia interessato, a valutare la mia lista ed eventualmente ad aggiungere sue fonti che ritiene interessanti in modo da arrivare ad avere una lista di fonti ideale, utile e priva di inutili doppioni.

Forza e debolezza del mondo Free Open source

Secondo me il punto di forza del mondo Free Open Source è allo stesso tempo anche il suo punto debole.
Mi spiego.

La forza del nostro mondo sta nella possibilità da parte di chiunque di partecipare a progetti esistenti o di lanciarne di nuovi. E il tutto secondo le conoscenze e l'esperienza di ognuno. Sia il principiante che il super esperto riescono a contribuire secondo le proprie forze. Tanto o poco non conta. Gli aiuti di tutti sono rispettati e benvenuti, ed è la massa alla fine che permette di fare la differenza. In un progetto di successo si è così in tanti a partecipare che i risultati arrivano sicuramente.

Fin qui tutto bene.

La parte meno buona però è vicina, praticamente la stessa di quella buona. È proprio l'esuberanza degli innumerevoli sviluppatori sparsi in tutto il mondo che a volte sfocia in una vera dispersione di energia. Può succedere che due progetti con finalità simili o addirittura identiche vivano parallelamente solo perché le scelte di un gruppo non rispecchiano pienamente i desideri o i gusti di un altro. Il risultato è che si arriva ad avere due o più prodotti simili, con punti di forza e debolezze equamente distribuiti, fra i quali l'utente finale non riesce a scegliere. E se poi sceglie quello perdente?
Meglio sarebbe, secondo me, riuscire il più possibile a smussare gli attriti che a volte impediscono ai diversi gruppi di collaborare, e così riuscire a lavorare assieme su un unico progetto forte. Alcuni esempi?

- Tracker, Beagle, ecc.
- OpenOffice, Koffice, Gnumeric, Abiword, ecc.
- Epiphany, Galeon, Firefox, ecc.
- Compiz, Beryl
- gestione audio OSS, ALSA, ESD, PulseAudio, Jack, ecc.

Lo so, mi direte che un altro punto di forza del nostro mondo sta nella diversità, nella possibilità di scelta. È vero. Anch'io lo sostengo, ma tutto ha un limite. Passi per i Desktop Environment come Gnome, KDE, e gli altri, dove si cerca di assecondare i gusti grafici degli utenti. Qui capisco che più progetti forti sono giustificati. Ma non per quanto riguarda gli esempi che ho fatto. Qui si tratta di strumenti fondamentali per la crescita della nostra piattaforma. Non è il caso, per esempio, di disperdere preziose energie a costruire differenti suite per ufficio. Sono progetti complessi per loro natura e sarebbe utile l'aiuto di tutti. Invece cosa succede? Abbiamo la scelta fra OpenOffice, Koffice, Gnumeric, Abiword, e quant'altri. Tutti lì a reinventare la ruota per conto proprio invece di concentrare le forze e vincere una volta per tutte l'egemonia di quel mostro che è diventato Microsoft Office.

Io la penso così. Spero che a lungo andare il "mercato" stabilisca da solo il progetto dominante, nel senso che gli utenti prima o poi faranno le loro scelte e ci sarà sempre un progetto preferito rispetto agli altri. A questo punto sarà possibile che finalmente le forze si concentrino accelerando ancora di più il miglioramento del progetto vincente.

sabato, 17 febbraio 2007

Da oggi sono il primo contatto per la Svizzera italiana nel wiki SwissTeam di Ubuntu

Prima o poi doveva succedere.
Da un po' di tempo sta prendendo piede e si sta formando un sempre più folto gruppo di utilizzatori Ubuntu anche in Svizzera. A questo indirizzo Ubuntu Swiss Users si possono visualizzare tutti i componenti, fra i quali ovviamente ci sono anch'io. Qui si può anche leggere come iscriversi al gruppo e anche alla relativa mailing list.
In Svizzera siamo in 7 milioni di abitanti, quindi piuttosto pochi rispetto ai paesi confinanti dove si parlano le nostre lingue nazionali maggiori (Italia, Francia, Germania). Per questo da noi è abitudine fare capo ai rispettivi siti principali italiano, francese e tedesco per ottenere informazioni, news, leggere e scrivere nei forum, e accedere ai wiki. In Svizzera non c'è abbastanza massa critica per tenere vivi questi servizi, mentre integrandosi in quelli dei paesi confinanti possiamo partecipare e contribuire benissimo.
Ciò non toglie che adagio adagio anche da noi ci si sta organizzando e, soprattutto grazie alle maggiori popolazioni della svizzera tedesca e romanda, ecco che è nato il wiki svizzero sul quale sono elencate le persone di contatto per ottenere i CD di Ubuntu, supporto, organizzare riunioni, ecc.
Anch'io ho trovato giusto mettere a disposizione di altri l'esperienza che ho accumulato dal 2004 ad oggi usando solo Ubuntu, e ho deciso di mettere il mio nome nell'elenco dei contatti del wiki. Sono il primo per la regione della svizzera italiana, ma sono sicuro che già parecchi altri svizzeri italiani (ticinesi e valli del grigione italiano), usano Ubuntu. Per ora non ci conosciamo, ma spero che grazie alla pubblicazione del mio contatto prima o poi possiamo riunirci tutti nell'Ubuntu Swiss Users Group.
Il link al wiki svizzero è questo.

A presto e benvenuto a chiunque voglia salire sul treno vincente! Ubuntu ovviamente.

sabato, 3 febbraio 2007

Nautilus: doppio clic o singolo clic?

Forse la decisione di usare o meno il singolo clic nel mio Gnome sta tutta nel volere o meno maggiore coerenza nel desktop. Dopo secoli di doppi clic in ambiente Windows, ora finalmente posso scegliere. Togliere il doppio clic comporta qualche abitudine radicata da cambiare, qualche programma avviato involontariamente, ma poi c'è la soddisfazione di dover usare il mouse con la metà dei clic e di essere più coerenti con altre parti dell'ambiente che già usano il singolo clic da tempo. Eccone alcuni esempi:
  • far partire i programmi con le icone sui pannelli di Gnome
  • navigare nei menu di Gnome
  • visualizzare/nascondere le finestre di Gaim, Rhythmbox, Liferea, ecc.
  • visualizzare il calendario legato a Evolution nel pannello di Gnome
  • visualizzare il desktop, cambiare di desktop, cambiare programma
  • aprire il cestino
  • navigare in Internet usando i link
  • molte cose all'interno dei singoli applicativi si fanno con un solo clic
Come si può vedere sembra proprio che il solo Nautilus faccia eccezione. Ecco perché ho deciso di avviare un periodo di prova attivando il singolo clic nelle preferenze di Nautilus nella scheda Comportamento. Vedremo se riuscirò ad abituarmici, e se alla fine lo adotterò definitivamente.

Paesi dove hanno avuto origine i progetti Free Open Source

Siamo talmente abituati al dominio di case produttrici americane come Microsoft o Apple che abbiamo forse la tendenza a credere , o meglio la sensazione, che l'informatica di largo consumo sia una cosa esclusivamente nord americana. In altre parole: senza USA, niente software per PC.

Guardandosi un attimo attorno però ci accorgiamo che non è proprio così vero. Anzi è decisamente falso almeno per quanto riguarda il nostro amato mondo free open source.

Ecco un elenco di progetti con accanto il paese di chi ne ha dato l'inizio (Europa, USA, altri) per rendersi conto che il free e open source è anche molto europeo.

  • Blender (Olanda)
  • StarOffice (OpenOffice) (Germania)
  • Gimp (USA)
  • Gnome (Messico)
  • KDE (Germania)
  • Suse (Germania)
  • Kernel linux (Finlandia)
  • Xen (Inghilterra)
  • OpenSolaris (USA)
  • Ubuntu (ideatore dal Sud Africa, azienda promotrice, Canonical, in Europa - Londra)
  • Red Hat (USA)
  • GStreamer (USA)
  • File Roller (Italia)
  • VLC multimedia player (Francia)
  • Evolution (USA)
I paesi che ho indicato sono le nazionalità dei fondatori dei progetti, ma ovviamente oggi non è più possibile distinguere un vero e proprio paese d'appartenenza di un singolo progetto free open source di successo. E questo perché per sua natura ognuno di questi progetti richiama l'aiuto di sviluppatori da tutto il mondo. Gli splendidi prodotti che possiamo usare oggi sono il risultato di uno sforzo globale nel vero senso della parola.

Già che ci sono invito chiunque abbia altri progetti con i paesi di origine a volermeli segnalare mediante i commenti in modo che possa completare sempre più questa curiosa lista. Grazie.



Visto che la situazione mondiale del software free e open source è decisamente più equilibrata di quello che si potrebbe pensare?

Un compito, un applicativo

Lo ammetto: su questo aspetto sono forse un po' paranoico, ma il titolo di questo post rispecchia pienamente il mio modo di gestire il mio PC. Quando ho individuato il software che meglio si addice alle mie esigenze per un determinato compito, lo installo e rimane l'unico presente.
Tanto per fare un esempio, per navigare nella rete uso Epiphany, e già mi dà fastidio che per questioni di dipendenze fra pacchetti mi devo tenere anche Firefox. Spero che un giorno o l'altro Ubuntu permetta di disinstallare Firefox se uno vuole. Invece ora è proprio il contrario. Posso avere Firefox con Epiphany non installato. Mi chiedo perché, visto che Epiphany è coerente con l'interfaccia di Gnome e Firefox fa solo del suo meglio per andare d'accordo con tutti.

Questo è anche uno dei motivi per cui ho enormemente apprezzato la venuta al mondo di Ubuntu. Le altre distribuzioni che ho provato prima (tipo SuSE, Xandros, Linspire, Mandriva), avevano tutte a disposizione da uno a più CD o addirittura DVD pieni zeppi di programmi. Inutile dire che c'erano magari 10 editor di testi diversi, 5 strumenti di scrittura per CD, ecc. Oltretutto tutti facevano pubblicità alla loro distribuzione puntando proprio sulla grande quantità di software fornito.
Ognuno può pensarla come vuole, ma a me non è mai piaciuto trovarmi un sistema installato con più strumenti per fare lo stesso lavoro. Se sei un utente nuovo o inesperto non sai mai cosa scegliere, o hai paura di usare il programma sbagliato. Se sei un utente esperto, una volta scelti i programmi, ti tocca lavorare per fare pulizia.
Insomma il motto "un compito, un programma" per me è sacro. Ubuntu in questo ambito è stata una vera manna dal cielo. Proprio fra i suoi obiettivi sta questo motto: quando si installa Ubuntu ci si ritrova con un solo editor di testo, un solo browser (Firefox), un solo client di posta, un solo lettore musicale, un solo lettore multimediale, ecc.

Ancora una volta, come già per la preferenza di Gnome su KDE, questa scelta di vita permette secondo me di favorire la produttività dell'utente che può concentrarsi sul suo lavoro sapendo che gli basta scegliere IL suo strumento di lavoro e partire.

Perché preferisco Gnome a KDE

PREMESSA IMPORTANTISSIMA: non voglio qui aprire un'altra delle solite sterili infinite discussioni, anche accese, su quale sia l'ambiente desktop migliore fra Gnome e KDE.
Uno: proprio non mi interessa.

Due: ne ho francamente piene le scatole di queste discussioni che non portano a nulla.


Tanto ognuno resterà sempre convinto delle proprie idee. Chi passa da Gnome a KDE e viceversa ha pure i propri motivi, e di solito va a finire che diventa il più acceso sostenitore del prodotto che ha scelto proprio per giustificare la scelta stessa.

In questo post voglio solo spiegare perché fino ad oggi, 3 febbraio 2007, ho sempre preferito Gnome a KDE. Questione di gusti e preferenze mie, non di discussioni o confronto con altri. Chi ha visto il film Matrix capirà al volo la prossima battuta:
pillola rossa e vedi il mondo vero, pillola blu e continui in quello che hai sempre creduto il vero mondo.

Per coloro che non hanno mai visto Matrix mi spiego: pillola rossa uguale a Gnome, pillola blu uguale KDE. Allo stato attuale è così senza discussioni. Pare che KDE4 possa migliorare qualcosa sotto diversi aspetti, ma l'interfaccia stile cartone animato rimane pur sempre tale e a me proprio non va giù.
Molti fedeli di KDE dicono che ha funzionalità irrinunciabili che altrove non hanno. Alcuni dicono che il loro sogno sarebbe un'interfaccia Gnome con le funzionalità di KDE. Ebbene io chiedo a questi colleghi di farmi una buona volta un bell'elenco delle funzionalità che esistono solo in KDE e che mancherebbero altrove.
Aspetto con curiosità.

Nel frattempo rimango nel mio caldo nido del piedone di gnomo. Non lo si dice abbastanza, ma le più diffuse distribuzioni si appoggiano quasi sempre su Gnome, oppure danno la scelta fra Gnome e KDE. Sono in minoranza le distribuzioni che si appoggiano esclusivamente su KDE. Quando nel mondo Ubuntu si accenna all'idea di far partire un nuovo progetto derivato dalla distribuzione di base, ecco che immediatamente parte un sondaggio fra gli utenti per sapere quale ambiente desktop deve essere usato. Immancabilmente Gnome vince di gran lunga. Non scordiamo poi che Ubuntu stessa è partita nel 2004 come distribuzione esclusivamente Gnome, e solo più tardi, visto l'enorme successo, si sono agganciate altre versioni con KDE e XFCE. Ubuntu è difatto diventata una distribuzione dominante e globale, per tutti i gusti, ma la versione Gnome resta comunque quella leader, di riferimento.

È opinione diffusa che gli utenti di Windows che decidono di recidere il cordone ombelicale (altra pillola blu per intenderci), e passare al pinguino debbano adottare KDE perché è l'ambiente desktop più vicino a Windows e quindi meno scioccante. Il passaggio alla libertà insomma sarebbe più morbido con KDE rispetto ad altri ambienti. Non per fare del sarcasmo, ma fossi al posto di chi sviluppa KDE non lo prenderei come un complimento. Con tutto l'impegno che ci mettono a fare il miglior ambiente desktop possibile, ecco che arrivano gli applausi perché il loro prodotto è il più simile a Windows! Mah. Contenti loro...
Io al contrario ritengo che chi cambia sistema operativo è perché ... vuole cambiare accidenti! A che mi serve impegnarmi ad imparare l'uso di un nuovo sistema per ritrovarmi con qualcosa di simile a ciò che già usavo e al quale ero abituato?
Nel 2004, quando ho tagliato i ponti con Windows (di netto), ho avuto il privilegio di poter provare Ubuntu Warty come LiveCD. Già solo questo fatto mi aveva impressionato: con Windows tutto questo non è possibile; o te lo installi, o niente. KDE appartiene allo stesso mondo libero di Gnome, quindi ha anche le stesse potenzialità, ma non incontra i miei gusti:
  • ha un'interfaccia troppo carica graficamente e troppo stile "cartoni animati". Mi dà l'idea di essere l'interfaccia creata apposta per i bambini, con tanti colori per attrarre la loro attenzione.
  • per ogni parte dell'interfaccia ci sono svariate possibilità di impostazione. Ogni pulsante, ogni angolo del desktop può essere personalizzato. Il risultato è che l'utente usa il PC solo per regolare tutte le impostazioni dimenticando di essere anche produttivo. Troppo tempo perso dietro all'ambiente desktop.
  • per ogni compito da svolgere con il PC ci sono troppe offerte di programmi simili che fanno più o meno la stessa cosa. Questa critica non è solo mia, ma è una delle più frequenti mosse a KDE. Pare che con KDE4 finalmente ci si muova verso una pulizia in questo ambito. Staremo a vedere alla prova dei fatti.
  • Alla sua nascita KDE era il primo ambiente grafico per Linux basato però sulle librerie grafiche QT che allora non erano libere. Molto male, anzi molto bene, perché come risposta libera è nato il progetto Gnome. Solo successivamente l'azienda produttrice delle librerie QT, la TrollTech, le ha rese libere nella versione Linux, mentre per la versione Windows sono restate a pagamento fino a poco tempo fa. Queste origini "oscure" e poco consone alla filosofia del pinguino non hanno certo favorito le mie simpatie per KDE, e hanno enormemente accentuato quelle per Gnome. Chi critica Gnome perché rispetto a KDE a volte ha ancora delle parti gestite in modo non del tutto coerente, non deve scordarsi che Gnome è partito da zero, con codice completamente libero, e in ritardo rispetto a KDE.
  • In generale la filosofia del "tutto e in abbondanza", anzi in eccesso adottata finora da KDE non mi piace. Preferisco di gran lunga la filosofia minimalista di Gnome che fornisce le funzionalità solo laddove e quando servono. Molte impostazioni in Gnome sono implicite e già configurate dopo l'installazione permettendo all'utente di concentrarsi immediatamente sul lavoro vero che deve fare con il PC e non perdersi nel mare delle impostazioni e delle opzioni.
Più o meno questa è la mia posizione sull'argomento, e credo proprio che se Gnome continua a progredire in modo pulito e coerente come finora ha fatto, e se KDE continua a presentarsi come ora, non c'è pericolo che io venga tentato un giorno di scaricare Kubuntu invece di Ubuntu.

Proprietà intellettuale e software proprietario

Prendete quanto segue come una breve riflessione filosofica tra il serio e il faceto. Vi assicuro che non ho fumato nulla; si tratta solo di sfogare una certa esuberanza celebrale. Ogni tanto mi succede e devo mettermi a scrivere quanto mi frulla in testa. Va bene dai: capita di rado quindi sopportate...

Non faccio parte del mondo giuridico, quindi non sarei nemmeno in grado di approfondire più di tanto un discorso così complesso e sempre dibattuto nel mondo intero.

Da che mondo è mondo è sempre stato spontaneo per l'uomo riconoscere un valore per una prestazione. Io faccio qualcosa, costruisco qualcosa, ti aiuto in qualcosa, e questo mio impegno voglio che sia riconosciuto in qualche modo.
Esiste il baratto con il quale si scambiano oggetti o servizi diversi in quantità tali da rendere equo lo scambio.
Esiste la più recente banca del tempo grazie alla quale professionisti delle più svariate formazioni mettono a disposizione ore di prestazioni nelle proprie professioni che vengono poi scambiate con altre ore a seconda dei bisogni. Per esempio un elettricista fornisce una propria ora in cambio di una di un idraulico, ma anche più ore in cambio di una lezione di matematica per il figlio, eccetera. E tutto questo senza movimenti di denaro.
Esistono i brevetti con i quali una persona che ritiene di avere avuto un'idea di successo può proteggerla in modo che nessuno possa copiarla e quindi poterne trarre beneficio a sue spese.

A questo punto ci possiamo chiedere: perché è normale che una persona o un'azienda può brevettare un sistema rivoluzionario di, poniamo, spazzolino per i denti, mentre una ditta come Microsoft viene osteggiata perché brevetta Windows, oppure l'icona del cestino sul suo desktop?
Che differenza c'è, se c'è, fra le due cose?

Personalmente ritengo che la sostanziale differenza stia nel valore aggiunto finale. Mi spiego.
La ditta che brevetta lo spazzolino da denti crea un oggetto che verrà direttamente usato dall'utente finale il quale ne trarrà immediatamente beneficio. Nel nostro esempio si tratta di una migliore manutenzione della propria dentatura con tutti i vantaggi del caso.
La ditta che produce software invece crea uno strumento intermedio che serve all'utente finale per creare a sua volta il risultato definitivo del suo lavoro. Un software è paragonabile ad altri strumenti dell'artigiano come il martello o la sega: non servono a niente essi stessi in quanto tali, ma sono indispensabili per poter ottenere il risultato voluto. Facciamo alcuni esempi con il software:

Gimp, Adobe Photoshop: utilissimi per ritoccare, migliorare immagini, e anche per creare nuove composizioni. Questi software non danno niente direttamente, ma grazie ad essi posso rielaborare immagini grezze a seconda dei miei bisogni e gusti.

Sony Vegas, Cinelerra: servono alle elaborazioni di video. Ancora una volta non forniscono niente direttamente, ma grazie ad essi posso importare filmati grezzi e ottenere i risultati che voglio.

Windows, Linux, Gnome, KDE: permettono di far funzionare i nostri computer e permettono all'uomo di interagire con essi. Senza di essi sarebbe piuttosto difficile ottenere qualcosa di utile da queste nostre beneamate scatole elettroniche, ma tutti noi lavoriamo e produciamo al computer grazie ad essi, e non otteniamo niente direttamente da essi.

Faccio altri esempi tipo spazzolino da denti per far capire la differenza:

Macchina del caffè: la compro e la uso ottenendo direttamente da essa il risultato desiderato. Da una macchina per il caffè mi aspetto di ottenere il caffè, e non certo di usarla per impastare la pizza.

Automobile: la compro e me ne vado in giro. Con l'automobile mi aspetto di essere indipendente nei miei spostamenti ed è proprio quello che faccio: per lavoro o per diletto io guido l'auto e mi sposto. Niente di più e niente di meno.

Forse è per questo motivo che c'è tanta contrarietà contro le aziende del software come Microsoft o Apple che brevettano di tutto. In fin dei conti ci forniscono degli strumenti per creare e ottenere qualcosa d'altro; sono strumenti intermedi, utili, ma che devo ancora usare io con un certo sforzo e impegno per ottenere infine ciò che ho bisogno. E allora perché devo pagare per qualcosa che non mi dà immediatamente ciò che voglio? Perché devo stare attento a non violare licenze o brevetti, magari limitando la mia creatività? Perché qualcuno deve guadagnare speculando sugli attrezzi che poi devo ancora far fatica ad imparare ad usare?

La risposta a tutto questo è il mondo del software free e open source. Se vuoi dare soldi per sostenere i vari progetti sei libero di farlo, ma è sempre una tua scelta. Nessuno ti obbliga a pagare un centesimo per nessuno dei software disponibili. Qui hai ampia scelta sempre allo stesso prezzo: zero. Qui puoi addirittura annunciarti per contribuire personalmente a migliorare gli attrezzi informatici che poi tutti avranno a disposizione. Qui ci si aiuta, si discute, si decide, e tutto in una comunità globale che il più delle volte riesce anche ad evitare le animosità pur essendoci sempre numerose idee diverse.

Non so se sono riuscito ad esprimere in modo sufficientemente chiario la mia piccola riflessione filosofica, ma sono convinto che se il mondo free open source è nato così spontaneamente, significa che si sentiva la sua mancanza. Se il mondo fosse felice e contento con Microsoft, Apple, ecc., allora perché ci si dovrebbe dannare l'anima a reinventare la ruota, a faticare su hardware chiuso cercando di carpirne il funzionamento per creare driver liberi, ecc.?

sabato, 27 gennaio 2007

Perché l'interfaccia di Blender è giudicata scioccante e difficile?

In giro per la rete si può leggere abbastanza frequentemente che Blender non è certo uno strumento per principianti a causa della sua interfaccia anomala, scioccante e difficile da apprendere. A volte Blender viene sconsigliato a chi vuole avvicinarsi alla grafica 3D a causa della sua interfaccia "impossibile".

Io mi chiedo il perché.

Guardate bene l'immagine qui sotto che presenta una tipica impostazione dell'interfaccia di Blender:



Ora guardate con calma le immagini che seguono di tre altri noti prodotti di grafica 3D:

3DS Max


Maya


Rhino



Onestamente vi sembrano interfacce così intuitive e più facili di Blender?


La verità è una sola. Tutti i prodotti software che gestiscono la grafica 3D sono complessi. Non c'è scampo. Data la loro natura di programmi essenzialmente matematici e fisici (la grafica 3D si basa su queste due materie fondamentalmente), non è possibile semplificare più di tanto. Le formule matematiche e fisiche che permettono di formare i materiali, le luci, le ombre, la fisica degli oggetti, dei liquidi, ecc. , sono complesse e basta.
È inutile che chi vende a caro prezzo altri prodotti faccia cattiva pubblicità a Blender per avvantaggiare i propri programmi che dovrebbero possedere presunte interfacce "user-friendly". Semplicemente non è vero.

Anzi, vi dirò di più. Blender, una volta rotto il ghiaccio, diventa così efficiente che non riuscirete più ad abituarvi ad altro. L'interfaccia di Blender è stata costruita in modo così geniale che vi chiederete come mai non sia l'unico prodotto 3D ancora utilizzato. Che sia questa consapevolezza a rendere nervosi i produttori degli altri prodotti?
Personalmente posso dire che se mai ho fatto in vita mia una scelta felice in ambito software, è proprio stato quando ho deciso di avvicinarmi a Blender. L'ho fatto diverse versioni or sono, e già allora era un prodotto geniale con potenzialità invidiabili. Man mano che le versioni passavano mi sono accorto che non c'è limite al meglio. Ogni nuova versione di Blender raggiunge vette incredibili.
E indovinate un po'? Blender è un software assolutamente free e open source. Chiunque può scaricarne i sorgenti e sbirciare cosa sta dietro a questo magico prodotto.

Una cosa deve comunque essere chiara: avvicinarsi all'uso di uno di questi prodotti richiede impegno e dedizione. Solo chi ha la passione della grafica 3D può trovare la costanza necessaria a superare lo smarrimento iniziale che tutti provano le prime volte davanti all'interfaccia di questi software.

giovedì, 25 gennaio 2007

Collezione di scripts Nautilus tradotta in italiano - 2a parte

Il nostro amico spagnolo javielinux è molto prolifico nella produzione di scripts per Nautilus molto ben fatti e soprattutto utili.

Dopo la nostra prima impresa di traduzione dei suoi scripts (vedi dettagli nel mio precedente post "Collezione di scripts Nautilus tradotta in italiano", javielinux mi ha scritto pochi giorni fa segnalandomi due nuovi scripts freschi di produzione. Uno di questi scripts è proprio dedicato a tutti coloro che hanno apprezzato finora il suo lavoro (fra i quali noi di sicuro).
Ebbene mi sono rimesso d'impegno e ho tradotto in italiano anche questi ulteriori scripts. Confesso che essendo solo due mi sembrava un lavoretto leggero, leggero, ma poi analizzando meglio mi sono accorto che uno dei due è parecchio esteso, con addirittura un file di aiuto stile Gnome che va su più pagine. Grazie alla mia tenacia però sono arrivato in fondo e vi posso presentare entrambi gli script in versione italiana, aiuto in linea compreso.

Il primo script (quello leggero da tradurre) permette di creare dei collage molto carini partendo da un'immagine. Si chiama "Creare collage fotografici" e vi mostro qui di seguito alcuni risultati che potrete ottenere:
























































Il secondo script (quello impegnativo da tradurre) permette di creare una collezione di comandi da terminale in modo davvero utile e intelligente. Giocando su parametri prefissati dello script e su quelli che ognuno può crearsi liberamente è possibile davvero fare di tutto. Leggere l'help in linea per credere. Lo script si chiama "Aggiungere o eseguire programmi" ed è accompagnato da un file XML come archivio dei comandi salvati, un file XML come aiuto in linea e qualche immagine che viene usata nell'aiuto in linea. Questo script è talmente potente che può sostituirsi o sovrapporsi alle note Nautilus Actions. Ne ricalca infatti un po' gli scopi.

Questa è la schermata principale:






















Questa è la schermata di aggiunta di un comando:






















Se anche questi script risvegliano il vostro interesse potete scaricarli da qui: SCRIPTS_ITA2
Per i dettagli sull'installazione potete andare a rileggervi i miei post precedenti in merito, ma comunque non è niente di difficile: praticamente il tutto si riduce nello spostare i files scaricati nella cartella degli scripts nautilus.

Buon divertimento e buon lavoro con questi nuovi scripts!